PIZZI VENEZIANO UNIA ROMIO 2023 (PDF)

GIUNGERE ALL’ELABORAZIONE DI UN CONTRIBUTO TEORICO

DI ANDREA B. DEL GUERCIO

PIZZI VENEZIANO UNIA ROMIO (PDF)

 

Queste prossime righe hanno il compito di “introdurre” questa edizione prima che il lettore possa passare alle sezioni monografiche, ma sono anche idealmente collegate con il percorso espositivo in cui le opere trovano piena fruizione. Il loro compito è quindi quello di suggerire quella lettura d’insieme dietro la quale riconoscere le ragioni critiche che hanno condotto a fare una scelta di collegamento tra l’opera di Stefano Pizzi, Giuseppe Veneziano, Federico Unia e Alfredo Romio. Elencati i quattro pittori in base alla data di nascita, segnaliamo immediatamente lo sviluppo di un processo estetico che attraversa emblematicamente la dimensione figurativa dell’arte europea – a partire dalle Seconde Avanguardie non ci è più permesso un orientamento nazionale dell’arte – nell’arco temporale 1980-2023. Se raramente i contenuti intorno ai quali si raccolgono o si coordina il lavoro dell’arte rispondono ad una corretta ipotesi teorica e a verificate soluzioni estetiche, nella maggioranza dei casi si avvertono, confermati nella successione degli eventi, quelle forzature rispondenti a strategie che non rispettano i caratteri di individualità e che ne strumentalizzano l’adesione. Di fronte a questo pericolo ho sempre optato su dati, in particolare la centralità del “supporto” alla redazione delle opere, che mi permettessero di prendere avvio e sviluppare la dimensione espressiva del singolo artista, anche in palese contraddizione e conflittualità con altri autori coinvolti e presenti nel progetto; in realtà ho sempre demandato alla diretta fase di installazione espositiva il momento della verifica critica, conl’obiettivo di permettere ad ogni singola opera di auto-esprimere i propri contenuti – culturali ed emozionali. Sono dell’idea che solo l’azione di confronto con l’opera e tra le opere, spesso optando per una contaminazione tra di loro – non sempre accolta favorevolmente dagli autori – permette la percezione dei valori, in base ai quali giungere all’elaborazione di un contributo teorico. In base all’esperienza che possiamo trarre dalla frequentazione ambientale del patrimonio storico, sappiamo che lo spazio espositivo, assumendo la funzione abitativa, svolge un ruolo determinante nell’azione di estrapolazione del “messaggio” estetico racchiuso nei manufatti dell’arte. In quest’ottica lo spazio HOAA Milano, la sua nitida struttura post-industriale contemporanea, un ampio sviluppo planimetrico lineare, conferma l’opportunità di installare un percorso espositivo fondato sul dialogo interno alle grammatiche della figurazione, al loro sviluppo di quell’ottica intergenerazionale grazie alla quale saremo in grado di riconoscere le specificità dei diversi contributi creativi. Nell’ottica introduttiva a ciò che questo volume intende raccogliere, sarà necessario ulteriormente intervenire nella defnizione dell’ambito estetico su cui operano gli artisti documentati, evitando di cadere in quelle scorciatoie che portano abitualmente verso l’estesa “prateria” della “citazione”; affidare infatti l’attività di un artista al patrimonio del passato e farla dipendere da stagioni trascorse rappresenta il più grave danno che il giudizio critico può combinare in quanto riduce immediatamente la percezione di valore specifico; la “citazione” – racchiusa in quel “neo-qualcosa” – come attribuzione a quella che poteva essere una precedente avanguardia marginalizza l’opera rispetto alla sua effettiva contemporaneità, nasconde il suo potenziale espressivo, le relazioni e quelle interferenze che arricchiscono rinnovando. La riduzione di spazio temporale posta tra artisti di generazioni diverse, ma comunque collegate, dipende strettamente dal processo di accelerazione del- la ricerca artistica, dei suoi linguaggi e delle sue grammatiche, ma anche alla definizione delle aree tematiche e ai processi tecnologici, a tal punto da non permettere l’utile tempo della decantazione dei diversi passaggi e soprattutto dei contributi individuali, spesso nascosti nell’immediatezza della percezione. Ben altra funzione assume il processo di “rivisitazione” nella storia dell’arte, dove si intende approfondire, attraverso un riesame, i valori e gli obiettivi appartenenti ad esperienze estetiche del passato; passaggi che hanno scandito il processo storico e che sono giunti alla stagione moderna e contemporanea e che sono presenti in maniera distintiva e che andremo ad osservare nell’operatività di Stefano Pizzi, Giuseppe Veneziano, Federico Unia e Alfredo Romio.

 

 

 

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.