NONOSTANTE TUTTO – Dal dolore del Covid all’orrore della Guerra 2022

NONOSTANTE TUTTO

Dal dolore del Covid all’orrore della Guerra

Dal 4 al 16 Giugno 2022, Via Vittorio Emanuele 165, Camaiore (LU)

 

Scorrono le immagini…

 

Scorrono le immagini, si inseguono i ricordi e le emozioni per dar vita alla trascrizione intima dell’artista; mai banali le opere sono la stessa opera e infinite nuove opere, contrassegnate da tecniche diverse, monocrome e policrome, per accensione violenta e/o spente fino a dissolversi, ombre che si sciolgono come il pianto ma anche incandescenti come l’urlo, subito e lungamente silenziose, bisbigliate sotto un casco di ventilazione forzata, relatrici di maledizione per chi ti ha offeso, tanto ‘carbone’ e tantissimo ‘bitume’, ma anche il martellante ingresso degli aranci e dei verdi acidi, muri impenetrabili di grigio cemento, di rosso mattone, fantasmi di ‘bianco vestiti’, trasgressioni gestuali e delicate tessiture di colore, l’azzurro che induce alla luce- speranza per raggiungere la santità dell’oro di antica icona tradita.

     

Che esista una sorta di processo di continuità tra il 2019 e il 2022, tra la pandemia da Covid19 e il conflitto bellico scatenato dalla Federazione russa nei confronti dell’Ucraina, determinata dalla dimensione violenta della morte, si palesa in tutta la sua sostanza tragica nel processo concettuale di concepimento, nelle individuali soluzioni tecnico-espressive per poi qualificarsi ulteriormente attraverso la diffusione e la provenienza internazionale degli autori coinvolti. Raccontare una doppia ‘tragedia’, tutt’ora in corso per le stesse direttive, poteva rischiare di diventare l’ennesima attività retorica della denuncia con il rischio di aggiungere vettori all’assuefazione, così si è valutato di predisporre un tessuto connettivo emblematizzato dalla ‘ferita’, suggerendo l’osmosi in atto che l’intervento sanitario urgente è chiamato a intervenire…permettendo all’iniziativa espressiva individuale di dichiarare il proprio pensiero, di fornire alla percezione visiva una nuova fase di riflessione. 

Nella fase iniziale del Progetto, Alfredo Romio – tra i più attivi nella realizzazione del progetto – esprimeva il desiderio e la volontà di poter dichiarare il proprio pensiero su fatti che hanno stravolto l’esistenza del sistema globale, facendo pernio sulla propria cultura comunicativa, operando sull’impianto linguistico dell’arte. Abbiamo condiviso questa ‘necessità’ rivelatasi immediatamente comune a molti artisti ed è in quest’ottica che si è osservata la sostanziale opzione di individuare un terreno iconografico comune tra tutti. D’altra parte poter dire la propria opinione attraverso il linguaggio ‘pittorico’ rientra strutturalmente della dimensione stessa del patrimonio della storia dell’arte, con soluzioni formali infinite, con tassi variabili di accentuazione delle libertà espressive; gli apparati iconografici più strettamente collegati alla sfera dell’arte sacra cristiana hanno rappresentato il tessuto per eccellenza nella definizione della ‘ferita’ e del ‘sacrificio’, dell’ingiustizia e della ‘violenza’ ed è specificatamente al tessuto antico che si collega la costituzione di una Raccolta Contemporanea. Nello specifico l’esperienza del raccontare attraverso le immagini trova esemplare riferimento nella struttura della predella, di quella ‘fascia’ narrativa che troviamo strettamente collegata alle opere tra medioevo e rinascimento, frutto a sua volta della relazione con il narrare presente nella stessa stagione archeologica. Un procedere che supera la fissità dell’opera, che prefigura uno sguardo mobile che legge, che si sofferma per poi ripartire…esattamente come avviene di fronte allo scorrere cinematografico della vita.  

Andrea B. Del Guercio

Critico d’Arte

Il COVID è stato un evento drammatico dall’impatto planetario, le cui conseguenze sul piano economico, sociale e psicologico si ripercuoteranno per molto tempo avvenire. Una tragedia che ci ha riportato indietro di moltissimi anni, quando l’ intera umanità era vittima indifesa di grandi epidemie, che ciclicamente falciavano la popolazione, riducendone drasticamente il numero. La vita ancora una volta ci ha fatto prendere coscienza dei nostri limiti e fragilità, svelandoci quanto illusorio possa essere il nostro controllo sul reale e false le nostre previsioni sul futuro. Tuttavia sembra che  questa esperienza non ci abbia insegnato niente, dal momento che siamo subito ripiombati in un’altra tragedia, la guerra in Ucraina, ancora più assurda e destabilizzante, perché causata non da un virus fuori controllo, ma  dalle logiche di potere e dall’odio. I mezzi di comunicazione ci hanno raccontato e ci racconteranno ancora con resoconti e documenti queste drammatiche vicende, mostrandoci non solo la morte, il dolore e il senso di perdita, ma anche la solidarietà, l’abnegazione e il sacrifico. Fra le molte immagini ne sono state selezionate due che meglio svelassero il senso di queste tragedie e della dimensione umana che le connota, come punto di riflessione e stimolo creativo per  realizzare questa mostra. Partendo dai medesimi fotogrammi è scaturita così una varietà di opere diverse per tecnica, sensibilità ed ispirazione.

Alcune opere sono dominate dal nero e dalle ombre, alludendo forse al lutto e alla sofferenza, altre brillano di colori e dettagli, offrendo una descrizione minuziosa delle varie componenti emotive. Alcuni lavori sono caratterizzati da una assoluta staticità, quasi si volesse fermare l’immagine, accentuandone il pathos, altre mostrano invece figure mosse e sfocate, come in fuga dalla morte e  pervase da un incessante fremito e turbamento. In alcuni casi il contesto è quello  laico della storia, in altri invece si riflette una dimensione sacra, che avvicina la scena al modello iconografico del compianto. 

Al di là dell’indiscusso valore artistico,  questo progetto ci fa sperimentare, nel suo insieme, come la medesima realtà, per quanto assoluta ed universale, incida sulla nostra coscienza in maniera profondamente diversa, generando sentimenti, riflessioni e proiezioni che deflagrano la percezione condivisa in una miriade di significati. Compito dell’arte è anche quello di cogliere questa diversità e molteplicità propria del nostro essere e della contemporaneità, dandone testimonianza in maniera estetica.

Pierpaolo Dinelli

Semiologo

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