La Pittura Racconta 2021
La Pittura Racconta
in collaborazione con dott.a Luming Zhang.
Prof. Andrea B. Del Guercio
Titolare della Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea
Accademia di Belle Arti di Brera Milano I.
Member of Art Education and Communication
Working Committee CNSPCA
Ministry of Culture and Tourism of PRC
Beijin,China.
Andrea B. Del Guercio, Luming Zhang (in basso a sinistra) e Alfredo Romio (in basso a destra) in collegamento.
Ho trascorso quattro decenni all’interno delle Accademie di Belle Arti dedicandomi all’insegnamento della Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea. La relazione con studenti-artisti non poteva che essere sostanzialmente diversa da ambiti didattici umanistici e teorico-storici; tutto si è quindi svolto immettendo nello studio dell’arte, degli artisti e delle loro opere, componenti e caratteristiche esperienziali dirette, fondate cioè sulla cultura del ‘fare arte’.
Custave Courbet “Bonjour Monsieur Courbet”, olio su tela, 129×149, 1854
1. La penetrazione e la verifica.
Accanto all’informazione e allo studio ho affiancato e posto in parallelo un processo di conoscenza a carattere diretto, cioè teso a ottenere dallo studente-artista la gestione diretta e quindi l’elaborazione personale delle immagini, potremmo dire favorendone il ‘consumo’. Lo studente ha così costruito nel tempo scolastico una ‘banca dati’ per immagini e notizie non distaccate dal proprio territorio espressivo ma collegate tra di loro indipendentemente da cronologie e processi estetici. L’artista ha maturato la coscienza di entrare a far parte del sistema e potenzialmente del patrimonio dell’arte, grazie alle opzioni personalmente condotte sulle informazioni ricevute, dove si intende apprendere sia attraverso la quota di scelta che quella di ‘scarto’.
In questo processo si è inserito con sempre crescente peso, sin dall’inizio della relazione con lo studente fino alla prima maturità dell’artista, l’ampio e insistito spazio della ‘verifica’ cioè di uno spazio e di un tempo dedicato a analizzare il lavoro dello studente-artista, decifrandone i contenuti, risolvendone le mancanze, forzando gli obbiettivi della ricerca, cancellando le aree di scarso interesse, rapportando sempre il tutto alla relazione tra l’intimità espressiva e la dimensione del sistema internazionale dell’arte, tra i contenuti privati e quelli collettivi. Devo annotare che questa parte del mio processo didattico ha assunto competenze che vanno oltre il mio stesso insegnamento ponendomi all’interno della didattica del fare arte – il che ha creato malumori da una componente della docenza artistica, forse non sempre in grado di possedere gli strumenti necessari alle nuove generazioni dell’arte.
2. L’esperienza.
Alla base dei processi didattici ho posto costantemente la mia stessa ‘esperienza’ cioè quel patrimonio che ha formato la mia cultura e la mia professione; gli studenti, sia a livello individuale che di gruppo, hanno avuto di fronte un docente che avresti incontrato in cerchio introno al fuoco quando di notte il racconto del tempo, vicino e lontano, diventa materiale per acquisire la conoscenza utile ad affrontare nuove avventure. Ho avuto modo di parlare di come mi sia posto in maniera del tutto identica di fronte a Michelangelo Buonarroti così come a Max Diel (giovane pittore tedesco che vive a Berlino) e conseguentemente anche di fronte al lavoro di ognuno di loro…senza distinzione di metodo e con gli stessi strumenti: l’esperienza.
Non ho fatto differenza di epoca e di notorietà, prediligendo i minori e perfino gli anonimi le cui opere hanno costituito, anche nella cultura occidentale e orientale, la vera dimensione di patrimonio dell’arte. Non ho ipotizzato forme di conoscenza scientifica e sistematica dell’arte prediligendo la soluzione caleidoscopica in cui tutto interagisce, confluisce incontrandosi, depositandosi secondo processi imprevedibili…per poi dare spazio e ascolto all’evoluzione della sensibilità, quella estetica e quella morale unite insieme, da cui dipende l’appartenenza alla cultura contemporanea dell’arte.
3. Gli strumenti.
L’ascolto e la lettura degli scritti degli artisti rappresenta uno dei principali passaggi della mia didattica; il suo obbiettivo è quello di porre in relazione diretta un collega storico con il collega contemporaneo, fare in modo che il giovane ‘ascolti’ l’anziano percependone la lezione e l’esperienza. Non c’è aiuto migliore per un giovane artista condividere il tempo con un Maestro, frequentare il suo Studio e accompagnarlo in viaggio…anche quando si chiama Henri Matisse o Claudio Costa (1942-1995 artista antropologo). Annualmente il mio corso ha inizio con “Delle vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti” edita nel 1550 e raccontata da Giorgio Vasari ( 1511-1574 pittore e architetto) la cui lettura avviene in termini non storico-critici ma per partecipazione diretta, creativa e di acquisizione di pensieri emozionali; una lettura che si pone in parallelo con gli scritti di Gustave Courbet (1819-1877), Salvator Dalì (1904-1989), Giannetto Fieschi (1921-2010), Ivano Sossella (1963)….Estremamente utili risulta tutta la documentazione video accumulatasi a partire dal secolo scorso e sempre diffusa nella contemporaneità; lo scorrere delle immagini di un film, ascoltare la voce originale, osservare l’atteggiamento, la postura mette in condivisione generazioni diverse.
In conclusione, in occasione di un esame di fine corso, pongo la domanda allo studente: “Con chi vorresti uscire a cena tra gli artisti che hai studiato e che cos agli vorresti domandare…immagina un dialogo”.
4. La Pittura Racconta.
Con questi dati,brevemente elencati ed interpretati, ritengo che tutti i miei studenti-artisti, e tra di loro ci sono un grande numero di studenti orientali – dalla Cina alla Corea al Giappone all’Iran – siano oggi in grado di dare senso alla dimensione ‘narrativa’ della pittura e dell’arte lungo l’articolazione dei diversi linguaggi, escludendo i rischi diffusi di cultura auto-referenziale dell’arte, priva di contenuti culturali e di esperienza emozionale.
Giannetto Fieschi “Dall’alto del patibolo Antonio Lavoisier dimostra e proclama l’industrittibilità della materia ” tecnica mista su masonite, cm 390×525,1964.
5. Ich bin hier (Io sono qui).
Gran parte del processo didattico è rivolto a far crescere nello studente-artista l’auto stima, cioè far crescere e far affermare i propri strumenti espressivi alla cui sostanza operativa è fortemente legata la condizione di auto-stima. Ich bin hier (Io sono qui) potrebbe tradursi in ‘auto-ritratto’ ma in realtà l’affermazione in tedesco indica una effettiva presenza, uno stare in presenza, di essere sul posto, di essere operativo, di voler partecipare, di saper parlare oltre che ascoltare, di saper dare il proprio contributo…
6. I pericoli.
Vorrei mettere in guardia le istituzioni accademiche cinesi dall’idea che il mio paese e le nostre Accademie, ma anche in una estensione europea, siano in grado di rispondere alla dimensione contemporanea dell’arte ipotizzando una corretta continuità con la storia del nostro patrimonio. Questa non è una valutazione corretta ed è alto il rischio di acquisire insufficienti incompetenze. E’ venuta meno la dimensione collegiale e collettiva dell’arte sostituita da mirate competenze individualmente verificabili. D’altra parte, come ho avuto modo di chiarire nel mio intervento al Seminario inter-accademino di Shenyang del 2019 da oltre un decennio è abbiamo annullato la distinzione tra Arte Occidentale e Arte Orientale riconoscendoci in presenza con una l’articolazione espressiva del sistema contemporaneo; è all’interno di questa unità, per conoscenza e condivisione che la sensibilità individuale di ogni artista così come di ogni critico d’arte, vive sulla corretta copresenza, instabile miscelazione tra i contenuti stabili delle ‘radici’ e le condizioni climatiche del tempo quotidiano. Solo questo mix su cui si definiscono i processi dell’esperienza, tra passato e presente, tra memoria ed incidenti, può proteggere il singolo artista e il singolo fruitore dell’arte,dalla dimensione appiattita di un’arte senza arte, di dati che si collocano nell’esteso territorio dell’influencer marketing”.
A. B. Del Guercio China Art Academy Hangzhou 2019
7. Un suggerimento.
Alla conclusione del mio intervento suggerisco al sistema di relazioni accademiche di correggere quei processi che nella sfera della didattica portano ad un flusso quasi esclusivamente orientato da est verso ovest ; si tratta di invertire il processo trasferendo parallelamente nelle Accademie della Cina un selezionato numero di studenti-artisti con chiare e maturate soluzioni espressive, avendo la certezza, in chi scrive, che è ormai centrale nella coscienza contemporanea dell’arte l’esperienza che il vostro paese interpreta.
In stretta conseguenza con questo suggerimento, posso solo auspicare dalle istituzioni accademiche europee di orientare le proprie attività didattica sull’operatività artistica di numerosi docenti-artisti e critici d’arte che nei miei incontri in Cina ho avuto modo di conoscere e con i quali ho attivato operative collaborazioni sia teoriche che espositive.
Max Diel ” A casa da solo” tecnica mista, cm 59×84, 2019