L’intimità dell’arte e la sua presenza nella casa/The intimacy of art and its presence at home 2021 (IT/EN/PDF)
Di Andrea B.Del Guercio
In dialogo con Rebecca Chiusa (Curatrice), Arianna De Stefani (Artista) Alfredo Romio (Artista) e Luming Zhang (Artista e Curatrice).
“Sguardi, dall’interno dell’Accademia di Brera”…è il titolo che sintetizza perfettamente il clima emozionale in cui nasce questo programma espositivo ed editoriale itinerante in Europa; “Sguardi, dall’interno dell’Accademia di Brera ” coglie esemplarmente e integra tra di loro – lo sguardo e l’opera – due distinti spunti utili a comprenderne la dimensione e il valore, rendendola indipendente e inedita rispetto al passato.
Viene meno l’intonazione aggressiva e perde significato la lucidità esasperata, intenzioni che determinavano nel passato esperienze e tendenze espressive fondate sul principio di “Osservazione”, tese a constatare l”Affermazione”, pilotate sulla “Manifestazione”. Scegliendo nel presente “Sguardi” si intende attribuire ai contenuti del giudizio critico e pilotare la percezione verso l’area della ‘riservatezza’, verso quell’area del pensiero che non si accanisce sull’esistente, prediligendo lo scorre del vedere privo dell’accanimento, di un soffermarsi indagatore, in cui la vista dell’artista opera in posizione di ‘taglio’ e quello del ‘lettore’ ‘trasversale’, entrambi senza obbligo di ‘stazionamento’.
Qual è il senso di questo ‘affaccio’ se non l’azione tutta dipendente dalla dimensione ‘intima’ da cui tutto prende origine, frutto di un clima linguistico determinato dalla riservatezza, al cui solo interno tutto sembra nascere, in cui l’azione creativa si sviluppa per ‘ribaltamento’ su se stessa. Uno ‘Sguardo’ rivelatore, presso le nuove generazioni, della tendenza dedicata ad una cultura dell’arte che ha scelto la strada dell’intimità dei sentimenti, delle emozioni trattenute, in cui la realtà si riconosce in forma privata. Abbandonando l’urlo, la stessa disperazione e l’atto di violenza subito o inferto, si afferma lo sguardo radente del giovane artista, teso alla riflessione nella propria area personale, senza dipendere da altri se non dal proprio sentimento. Anche la dimensione sessuale, che per eccellenza, come quella politica ed ecologista, si manifestava attraverso l’estensione del grido sottolineato e della protesta, attraverso l’affermazione linguistica dell’immagine e presente anche nei processi analitici, ha lasciato il posto ad un processo che ri-guarda, ri-osserva propositivamente, la dimensione del rispetto…in cui l’opera, abbandonato il ‘fuori’, è il frutto del ‘dentro’, sostituendo il riposo all’azione, prediligendo la decantazione all’esplosione, la stratificazione alla novità senza storia.
Il caleidoscopio volge la sua attenzione all’interno del libro spaginando testi e immagini, punta il suo obiettivo verso il soggetto interiore rileggendo i classici e scoprendo gli anonimi … prediligendo gesti pittorici calmi e centellinati insieme a riprese lente, optando per il tono di una ‘voce bassa’ e per i sottotitoli, rispetto al ‘tradimento’ del doppiaggio, per ascoltare la ‘verità’. Nessun pessimismo né disperazione, ma produzione di una Collezione frutto di ‘sguardi’ a cui il fruitore saprà partecipare condividendo il clima di riservatezza in cui sentirà di essere stato accolto.
Rebecca Chiusa:
La mostra riguarda degli studenti scelti di Brera, perché crede che sia importante avviare un’opera di promozione e lancio di giovani artisti specificatamente accademici?
Andrea B. Del Guercio:
Quando si assume un diverso punto di osservazione, sia nella geografia nazionale che in quella internazionale, possiamo constatare la presenza, all’interno delle diverse fasce generazionali dell’arte contemporanea, di un patrimonio costantemente in grado di elaborare e arricchire se stesso, di predisporre la propria dimensione qualitativa interagendo sulla più ampia estensione del territorio della ricerca e della comunicazione; non si tratta di processi creativi emarginati rispetto al sistema globale o implosi su canoni scontati, ma in grado di trovare al proprio interno il terreno di elaborazione, in grado di auto-proteggersi e di auto-immunizzarsi, di stringere relazioni con i valori e i contenuti della contemporaneità. A questo patrimonio esteso, in costante rinnovamento e arricchimento, si deve poter rivolgere il nuovo collezionismo; un’area di fruizione in gran parte nuova, per diverse ragioni poco coinvolta nel sistema di spettacolarizzazione, poco interessata all’evento collettivo, al congestionamento delle emozioni e degli interessi unilateralmente condivisi. Solo un collezionista realmente partecipe perché indipendente è in grado di rapportarsi alla fruizione dell’opera d’arte, alle diverse fasi di confronto e di compenetrazione, sia analitica che emozionale. Solo un’opera nata da un alto tasso di indipendenza del suo autore, disgiunto dai canoni estetici indotti e predeterminati da un sistema programmato e prevedibile, si rivela, pur con i suoi limiti e con le sue specificità tematiche e tecniche, aperta alla sconfinamento percettivo, alla frequentazione individuale, in quel costante rinnovamento e in quella trasformazione del sentire proprio della condizione mobile dello spirito umano.
Arianna De Stefani
Il lungo periodo di pandemia che ci ha costretti in casa, ci ha fatto vivere momenti di grande sofferenza…mai stati così lontani, eppure in nessun caso così connessi. Funamboli del nostro tempo siamo i giovani d’oggi. La mostra tra Milano e Francoforte, due importanti ‘piazze finanziarie’, è il cuore di una ragnatela tessuta meticolosamente tra varie città d’Europa: Il nostro gruppo di ‘viandanti’ è pronta ad esporre il contemporaneo ma in che modo il mercato dell’arte saprà accoglierci?
Andrea B.Del Guercio:
L’attenzione al lavoro dei giovani, prende spunto da due fattori che si uniscono: l’interesse diretto personale e immediato, dettato solo dal piacere della scoperta, e il basso costo di acquisto che riduce drasticamente il rischio d’investimento, comunque rivalutato dal ‘piacere’ estetico personale.
Perché si attui la scelta di collezionare giovani, è necessario costruire un nuovo canale di comunicazione e di distribuzione in merito ad un precedente lavoro di ‘selezione’ e di registrazione dei valori; l’estrazione di nuovi autori e le loro relative opere, suggerisce e impone quindi la necessità di un lavoro altamente specializzato svolto a monte in grado di intuire precocemente soluzioni interessanti, proiettate nel futuro. In parallelo, il collezionista si troverà nella rara e inedita condizione di anticipare lo stesso mercato dell’arte.
Luming Zhang:
Lei opera in collegamento con Artisti e Critici internazionali, suggerisce – con il Progetto Senza Confini – il superamento della dicotomia tra ‘occidente e oriente’ in materia artistica, ha suggerito relazioni anche sulla base del patrimonio antico per essere propositivo in fase contemporanea, sollecita l’attuazione di un Programma ‘Senza Confini’ a cui ho potuto partecipare…con quali obiettivi e dove vuole arrivare?
Andrea B.Del Guercio:
Il Circuito Europeo delle Accademie di Belle Arti, cosi come avviene per quello che coinvolge le otto Accademie Pubbliche in Cina, sono in grado di assolvere non solo al compito della didattica ma hanno dimostrato, sin dalle loro origini e lungo la loro storia in epoca moderna, di poter agire e penetrare nel tessuto sociale, di entrare nella dimensione estetica dell’habitat familiare, confermando il ‘pensiero’ di Fedor Dostoevskij ” La bellezza salverà il mondo”. La diffusione sul territorio di una rete produttiva per l’arte, dovrebbe scoprirsi anche rete distributiva, secondo il principio del ‘kilometro zero’ per poi estendersi attraverso le connessioni web predisposte da ogni singola Accademia. Abbiamo anche con queste esposizioni dedicate alle nuove generazioni il compito di entrare nel mercato offrendo un ampio ventaglio di possibilità. L’ingresso nel mercato di grandi numeri a costi altamente accessibili può essere una straordinaria novità e sollecitare la nascita di un collezionismo profondamente rinnovato in cui i valori diffusi subiscono un netto riequilibrio.
Arianna De Stefani:
…quindi possiamo dire che ci stiamo muovendo come gruppo emergente. In che modo il sistema dell’arte si pone di fronte a queste situazioni e quanto questa mostra a Milano come a Francoforte avrà peso e valore?
Andrea B. Del Guercio:
L’obbiettivo che personalmente mi pongo è ‘politico’, cioè ripartire dal Collezionista, che non vuol dire dipendenza acritica dal ‘mercato’, avendo la certezza di avere un materiale ‘prezioso’ – il vostro – che non dove attendere, che dove essere solo esaminato in assoluta libertà per poter essere immediatamente inserito nel tessuto dell’habitat familiare. Nel momento in cui si riparte dall’acquisto di un’opera e dalla costituzione di una collezione contrassegnata da artisti giovani, posti nella fascia di età che li vede ancora all’interno delle Accademie e nella prima fase di maturazione, si deve tener conto che molto difficilmente ci si debba rapportare al sistema di valutazione, tendenzialmente opinabile per la variazione dei dati coinvolti, e quindi di vendita del mercato, caratterizzato dalle quotazioni delle Aste. Un clima di sospetto riassunto da Francesco Micheli “…quando ci si avvicina al mercato dell’arte contemporanea, distinguere ciò che è arte vera da ciò che è evento legato a fatti di mondanità, frutto di propaganda e messinscena accattivante” (in C.Borghi Acquilini Ediz Sperling & Kupfer 2013). L’evento propositivo è in grado di ‘incamminarsi con le sue sole gambe’ parafrasando l’inizio della stagione moderna rappresentata in ” Bonjour Monsieur” di Gustave Courbet.
Rebecca Chiusa:
2. Gli artisti presentano tutti differenti linguaggi, progetti e tecniche, come vengono collimate in un unico evento artistico? Qual è il ruolo del critico? E quali saranno i cambiamenti tra Milano e Francoforte essendo due realtà espositive totalmente diverse?
Andrea B. Del Guercio:
Ti rispondo introducendo un riferimento fondamentale – Il valore emozionale – nella percezione dell’arte, sia nella sua redazione caleidoscopica, sia in fase espressiva e creativa che teorico- critica, per poi giungere alla fruizione.
Alla base di ogni forma di rapporto con l’arte, quindi anche l’attività critica e il collezionismo, risulta storicamente preminente il valore emozionale, ed anche nell’attuale stagione, seppur contrassegnata da una crescente quota di interesse all’investimento finanziario, la condizione del ‘piacere’ – che include l’auto riconoscibilità nella dimensione estetica dell’opera (tematica e formale) – rimane la componente preminente e più diffusa; questo orientamento deve determinare le modalità di rilancio per un’accessibilità allargata al sistema dell’arte, alla partecipazione e alla frequentazione dei siti dell’arte. Le strategie della Critica d’Arte e del Collezionista, devono includere anche oggi come in passato, la doppia natura di una ‘scelta’ in cui convive l’adesione emozionale al messaggio figurato con la percezione di aver colto nell’opera e nel suo autore, attraverso l’eccellenza della dimensione sensibile, il valore simbolico di una società, di una stagione storica, di una cultura collettiva. Le due componenti difficilmente si disgiungono ma nulla vieta che il piacere abbia un’assoluta preminenza, sullo stesso interessamento culturale, politico e filosofico, che insieme determinino la scelta e/o l’acquisto; non deve sfuggire la relazione con la strategia di ‘arricchimento estetico’ del proprio habitat culturale, in cui ogni tassello trova il suo spazio fino a definire l’unità predisposta da un puzzle. La casa è infatti il luogo prediletto di fruizione dell’arte, cosi come lo è per la lettura e lo studio, posta all’interno della dimensione arredativa, che da privata e familiare si allarga ad una ristretta socializzazione.
Alfredo Romio:
Quindi all’interno di questo evento sia i giovani artisti che i critici compiono un’operazione affidabile nonostante la loro inevitabile poca esperienza?
Andrea B.Del Guercio:
L’azione esperienziale per entrambi è assolutamente basilare perché offre la constatazione pratica non solo dei problemi di base in un progetto espositivo ed editoriale, ma anche l’incontro con le infinite e imprevedibili sfumature di un processo che conduce l’opera a trovare la sua indipendenza ma anche presenza nel sistema dell’arte. Rimane strutturale per entrambi lo scambio di informazioni attraverso il tassello prioritario della ‘visita in studio’, cioè della conoscenza dei materiali dell’arte e degli strumenti del giudizio, dal cui confronto nasce quella solidità, quella credibilità percepibile sul piano esteso della fruizione.
The intimacy of art and its presence at home.
By Andrea B. Del Guercio
In conversation with Rebecca Chiusa (curator), Arianna De Stefani (artist) Alfredo Romio (artist) and Luming Zhang (artist)
“Sguardi, dall’interno dell’Accademia di Brera” (Glimpses, from inside the Accademia di Brera)… is the title that perfectly sums up the emotional season in which this exhibition and editorial project traveling through Europe was born. “Sguardi, dall’interno dell’Accademia di Brera” captures and integrates in an exemplary way two different sparks – the gaze and the artwork – both useful to understand its dimension and value, making it independent and original.
The aggressive harmony diminishes and the bitter clarity loses importance. In the past, these two intentions, which defined experiences and expressive tendencies based on the “observation principle”, were aimed at proving the “statement” and directing towards the “manifestation”. Choosing the “gaze” means directing perception to the realm of “intimacy”. Thisrealm of thought that does not insist on focusing on the existent. It instead focuses on the flow of the gaze without determinacy, resting questioningly with the artist’s gaze operating laterally and the audience’s gaze operating indirectly, both free to move.
What is the meaning of this gaze, if not the whole action, which depends entirely on the intimate dimension? A dimension where everything has its beginning, a dimension born of a linguistic condition determined by intimacy, where everything comes into being and where the creative action turns over on itself. A revealing look at new generations and the trend of an art culture that has chosen the path of intimacy and repressed emotions, in which we can see reality in a private dimension. The young artist leaves behind the cry, the despair and the violence (suffered or inflicted) and expresses his oblique gaze, focused on reflecting on himself without depending on other people, except his own feelings. Even the sexual dimension, which was shown par excellence through the extension of the underlined cry of protest and through the linguistic performance of the image (which is also present in the analytical process), gave its place to a process that looks back and reconsiders the dimension of respect in a propositional way. In this dimension, the artwork abandoned the “outside” and it is the result of the “inside”. It replaced action with rest, preferring settlement to explosion and layering to innovation, which has no history
The Kaleidoscope directs its attention to the inside of the book, turning texts and images upside down, turning its lens on the inner subject, re-reading classics and discovering anonymous. It privileges savoured and quiet pictorial action along with slow shots, opting for a quiet voice, almost a whisper, and subtitles rather than the betrayal of dubbing to hear “the truth.” There is no pessimism or despair, but the production of a collection of looks and the audience will enjoy it, sharing the welcoming confidential atmosphere.
Rebecca Chiusa
These exhibition concerns selected students of Brera. Why do you think it is important to set a process of promoting and launching young academic artists?
Andrea B. Del Guercio
If we change our perspective in the national and international geography, we can acknowledge the presence of a constantly evolving and enriching human heritage within the different generational fields of contemporary art. They can organize their qualitative dimension in interaction in the vast field of research and communication. These creative processes are neither isolated from the global system nor focused on predictable criteria, but are able to find within their own field of elaboration. They can protect and immunize themselves, and they can establish relationships with contemporary values and content. This ever-changing patrimony must become suitable for the environment of the new collecting, a partially untapped fertile territory, little integrated into the system of art spectacles, with little interest in exhibition events, the emotional congestion and unilaterally shared interests. Only a collector who actually participates can engage analytically and emotionally with the artwork (because of its independence). Only a work of art born of its creator’s high degree of independence and detached from the esthetic canon (caused or predetermined by an organized and predictable system) shows itself open (albeit with some limitations) to perceptual transgression and to individual experience, in constant renewal and the moving nature of the human spirit.
Arianna De Stefani
The long period of the pandemic forced us to stay at home and made us live moments of great suffering…Never before have we been so far away and yet so connected. We, the young people of today, are funambulists of our time. The exhibition between Milan and Frankfurt, two important financial centres, is the heart of a meticulously woven web between the cities of Europe. Our group of “wanderers” is ready to exhibit the contemporary, but how will the art market receive us?
Andrea B. Del Guercio
Attention to the work of young artists focuses on two unifying causes: a personal and direct interest, dictated by the sheer pleasure of discovery, and the low price, which entails a low investment risk, balanced by personal aesthetic pleasure anyway. To enable the choice of collecting young artists, a new channel of communication and distribution (after a prior selection and registration work) must be established. The discovery of new authors and their artworks requires the need for highly specialised work in order to anticipate new solutions. Meanwhile, the collector finds himself in the rare and unseen situation of advancing the art market himself.
Luming Zhang
They collaborate with artists and international critics, proposing – with the ProgettoSenzaConfini (Borderless project) – to overcome the “East and West” dichotomy in the art world. He also proposed a relationship with the ancient world to be more meaningful in the contemporary phase and the realisation of a “Borderless project” in which I participated. What are your goals and where do you want to go with them?
Andrea B. Del Guercio
The network European Fine Art Academies (together with the network of the eight Chinese Public Academies ) has proven that it is not only capable of fulfilling its educational purposes, but it has successfully managed to penetrate the social fabric and enter the aesthetic dimension of the domestic environment, proving the thought of FedorDovstoevskij”Beauty will save the world”. The expansion of the productive art network on the territory should also reveal itself as a distributive network, based on the principle of “zero kilometres”, which should then spread through the Internet connexion of each academy. With the exhibitions dedicated to the new generations, we have the task of entering the art market and offering a wide range of opportunities. Entering the higher levels of the art market can be an incredible novelty and stimulate the birth of a profoundly renewed form of collecting, where shared values find a new balance.
Arianna De Stefani
So we can say that we are moving as an emerging group. How does the art system behave in such situations and what value will these exhibitions in Milan and Frankfurt have?
Andrea B. Del Guercio
My personal goal is a political one, that is, to start from the collector (which does not mean being totally dependent on the art market) with the certainty of having a valuable material: the artists’ creations.Thispatrimony does nothave to wait and that only needs to be looked at in total freedom to be immediately integrated into the familiar environment. When one starts buying a work of art and building a collection characterised by young artists (still attending the academy or at an early stage of professional maturation), one must be aware of the unlikelihood of confrontation with the questionable rules of the art system (characterised by auction listings). The propositional event can move with its own legs and paraphrases the beginning of the modern season presented in Gustave Courbet’s “Bonjour Monsieur”.
Rebecca Chiusi
The artists present very different styles, projects and techniques. How do they fit together in a single artistic event? What is the role of the critic? What are the differences between two completely different exhibition organisations like Milan and Frankfurt?
Andrea B. Del Guercio
I answer you by introducing an essential element – the emotional value – in the perception of art, both in the creative-expressive phase and in the theoretical-critical one, followed by the realisation of the artwork. Emotional value has historically been the basis of any kind of relationship with art (collectors and critics included). Even in the current season (although characterised by a growing share of interest in financial investment), the dimension of pleasure, which includes self-recognition in the aesthetics of the work of art (formal and content), is still dominant. This tendency must determine the ways to revive a wider accessibility to the art system, together with the participation and frequentation of its places. The strategies of art critics and collectors today (as in the past) must incorporate the dual nature of selection.Here the emotional acceptance of the figurative message coexists with the perception of finding in the work of art and its author, through the excellence of the sensitive dimension, the symbolic value of a society, a historical period and a collective culture. These two elements are hardly distinguishable, but nothing prohibits an absolute primacy of pure pleasure over the cultural, political and philosophical interest that together define the choice and/or purchase, and the relationship with the aesthetic enrichment of one’s cultural environment (where each piece find its unity as a puzzle) must not be ignored. Home is the preferred place to enjoy art (and the best place to read and study), which is also a small socialising dimension.
Alfredo Romio
So, in this case, despite the inevitable inexperience of the former, do young artists and critics manage to perform a reliable operation?
Andrea B. Del Guercio
The experiential operation is very simple for both, because it offers the objective verification of the basic problems of an expository and editorial project, but also the process that leads the artwork to find its independence and presence in the art system. The exchange of information through the “studio visit” remains essential for the knowledge of the art materials and the assessment tools, the comparison of which produces the solidity and the perceptible credibility on the realisation dimension.