“Il sistema rischioso dell’Arte” – Giovani artisti dall’Accademia di Brera 2012
“Il sistema rischioso dell’Arte” 2012
Giovani artisti dall’Accademia di Brera.
A cura di Andrea B. Del Guercio.
Maddalena Lusso, Ottavio Mangiarini, Chantall Passarella, Viola Ceribelli,
Debora Fella, Nicole Bacchiega, Irene Dioli, Marianna Lodi, Isabella Mottini
1. Lo spazio Twister si è disposto ad accogliere, per essere re-inventato, la presenza di un alto numero di opere; nel sistema di relazione tra le pareti dei diversi studi e delle sale riunioni si inserisce la ri-distribuzione di una insistita presenza di carte con valore di progetto, di frammenti e di brani, grande estensione di pittura e raccordo di forme plastiche. Nasce un’esposizione a nove voci inevitabilmente complessa e ricca di valori e di relazioni, condotta dall’organicità di un sistema linguistico e tematico chiaramente distinto tra gli autori e sottolineato dall’indipendenza delle opere. Ogni artista ha saputo individuare e ritagliare un proprio spazio di indagine per poi porsi in una mirata azione di approfondimento, di insistita ricerca della qualità di ogni singolo manufatto; lo spazio espositivo è infatti in grado di ospitare dettagliate “pagine” di cultura visiva, ma inserendole in un rapporto di confronto e non isolandole nella asettica musealità, di dialogo e di sconfinamento del pensiero. Lo sconfinamento all’interno dell’organizzazione caleidoscopica del sistema espositivo è l’obiettivo generale della Mostra, dove si afferma l’intenzione di permettere allo sguardo del lettore di esprimere la sua libera ricerca di emozioni; la possibilità di soffermare l’attenzione su un particolare insistito, la vostra curiosità su una dialettica cromatica, la tua memoria su un particolare ricordo segreto.
2. In questo anticipo della stagione espositiva ed in relazione con l’anniversario dell’11 settembre, evento che ha cambiato la cultura dell’occidente, l’inaugurazione di una mostra ha una sua specifica ragione e un preciso significato acquisisce il suo titolo nel quadro generale del sistema dell’arte contemporanea. Ho scelto di raccogliere giovanissimi artisti e nuovissime opere collocandoli all’interno di un clima di comunicazione e di un territorio di eventi propri del sistema della finanza e dell’economia globale. Il tema del rischio sembra in grado di collegare tutti gli aspetti insiti nei due sistemi, quello dell’arte e della finanza, sia all’interno del processo storico sia nella più stretta contingenza; cosi come in altre stagioni e mai così in evidenza, il fattore “rischio” sembra in grado di aprire e chiudere processi, di motivare e suggerire soluzioni. Di fronte alla specifica esperienza di un’arte condotta dalle più recenti generazioni, il concetto di “rischio” assume, accanto a sfumature etiche evidenti, questioni che potremmo definire di inedita attenzione al coraggio, all’autenticità, alla curiosità, alla testimonianza sul presente; cosi da presentarsi nella sua assoluta interezza, senza soluzioni di scampo, sia per l’artista sia per il collezionista, dove per entrambi entra in gioco la propria intima voglia di sensibilità.
3. Gli autori appartengono a due generazioni leggermente distinte per le quali pochi anni di scarto hanno comunque peso e significato nell’attività espressiva; con questa “raccolta” costruita su mirati sistemi linguistici personali, intendo porre in evidenza un materiale creativo in cui l’originalità e la ricerca, la scoperta e l’approfondimento siano valori effettivi. Ogni installazione è il frutto di un lavoro di verifica attentamente condotto lungo l’arco di un biennio, teso a comprendere la componente progettuale e a sostenere la persistenza della tensione espressiva. Così abbiamo raccolto sessanta carte che odorano di olio, l’architettura di dieci conchiglie, la scrittura in cera per cinque volumi, la luce unica di un padre e dieci studi, una tavola imbandita e un pane tagliato, delle sagome che volteggiano per tre spazi e sei luoghi protetti. Questi sono i soggetti che articolano e costituiscono una “Collezione d’Arte Contemporanea”.
Rilanciando il valore “antico” della Collezione, di una raccolta coordinata e non casuale, di un processo organico ed esperienziale di “accumulo”, ancora una volta e forse con ulteriore determinazione, provo a forzare l’organizzazione di una strategia espositiva che metta in evidenza il concetto di “autenticità” nel significato forse più vero dell’originalità e della sperimentazione; consegnando questo “sistema rischioso” di scelta e di selezione delle opere ad una condizione inedita del collezionismo stesso, alla sua stessa volontà di sperimentazione, alla disponibilità disarmata della sensibilità.
4. Nella definizione organizzativa della Collezione ed in fase di giudizio critico delle opere ha portato un contributo specifico Anna Acciarino andando ad interagire con il ruolo di curator nelle relazioni con i giovani artisti. I libri e le immagini di Maddalena Lusso sono avvolti e immersi nella cera come solida configurazione della memoria, cosi che ogni frammento persista preservato nell’inafferrabile incidenza del ricordo; Ottavio Mangiarini predispone tutta la sua Collezione ripercorrendo il sistema antico della ritrattistica familiare, si specifica con attenta ironia sul piano ornitologico, scandendo ogni ‘foglio’ attraverso le infinite variabili di un disegno avvolto dalle emozioni del colore; Chantall Passerella involve ed evolve nello spazio grosse strutture scheletriche marine che si presentano come emblematici involucri protettivi e nel contempo solitarie corazze calcaree. Viola Cerebelli punta il suo sguardo lungo un processo di work in regress nella storia della società umana riconsegnandoci corpi e tracce, paesaggi delle origini. Debora Fella diluisce l’immagine evidente della realtà quotidiana attraverso il valore poetico proprio del gesto pittorico. Nicole Bacchiega imbandisce una tavola concettuale dove il medium del piatto dorato offre all’osservatore pezzi plastici riproducenti inquietanti frutti-faccine e uno splendido pane tagliato in due. Irene Dioli libera profili di corpi umani in controluce, figure intende a compiere slanci verso l’alto o semplicemente a restare in equilibrio attraverso sforzi d’equilibrio. Marianna Lodi attraverso il luogo simbolico del nido conduce una ricerca espressiva orientata all’attraversamento del concetto di femminilità e di bozzolo, ma anche al significato del dato naturale sentito come autentico valore potenziale e incubatore di vita. Isabella Mottini elabora un’articolata ed ampia serie di opere su carta condotte con la straordinaria forza e qualità del disegno e dedicate progettualmente alla definizione plastica di forme dall’intensa valenza spirituale, luoghi ed oggetti del rito immersi in un clima di severa partecipazione interiore.
5. In questo quadro di valori e di esperienze estetiche è nato il progetto OffBrera. AccademiaContemporanea, un nuovo spazio e un’area espositiva che si distacca dalla tradizione delle gallerie, allargando i suoi compiti verso la natura propositiva del laboratorio globale che i giovani artisti condividono all’interno dell’Accademia di Brera. Sin dalle prime battute, ho puntato sul movimento, sul confronto rapido e interdisciplinare delle opere e degli eventi, suggerendo e promuovendo soluzioni di relazione con un più ampio collezionismo, nuovo ed indipendente negli strumenti di curiosità, rintracciabile nella società attraverso una fascia di prezzi assolutamente sostenibili e compatibili con la condizione di contemporaneità. La natura propositiva dell’attività espositiva si configura eticamente fondata sia sulle necessità di promuovere i migliori giovani artisti di Brera sia nel far tornare a crescere un nuovo e più ampio collezionismo. All’interno delle dinamiche tra artista-collezionista, del tutto simili ai rapporti che intercorrono tra scrittore-lettore, regista-spettatore, forse un giorno l’opera d’arte di oggi si rivelerà anche un valore redditizio. In ogni caso rimarrà comunque il godimento dell’acquisizione di un valore etico e sicuramente rappresentativo della nostra stagione civile e culturale; e la nuova eredità di un collezionismo che non viva l’ansia dell’investimento pesante e sicuro, ma che, scegliendo per libera adesione emozionale, artisti e critici al primissimo stadio, e comunque inseriti nel processo di crescita culturale significativa e costante di Brera, sia di sostegno e promozione allo studio e alla ricerca.