Del sistema dell’arte e dell’economia. 2017
Del sistema dell’arte e dell’economia. 2017
Le dimensioni dell’Accademia di Brera quale centro di eccellenza nella didattica e nella ricerca dei linguaggi artistici, sono tali da vedere affrontati annualmente e sistematicamente le più importanti aree tematiche del momento, le urgenze ambientali e sociali, gli eventi che caratterizzano una stagione di crescente globalizzazione; Brera ha prodotto e continuativamente produce eventi espositivi e editoriali, manifestazioni e spettacoli culturali, di piccola e grande dimensione, andando a cogliere tutte quelle grandi problematiche che inevitabilmente scuotono le coscienze e colpiscono nel vivo, che incidono sul pensiero e sulle forme di esistenza quotidiana una ‘popolazione’ complessa e sfaccettata di oltre a quattromila tra docenti e studenti, tra giovani artisti ed esperti maestri. Non c’è cattedra né corso che non si trovi a porre domande al suo interno e ad avanzare riflessioni iconografico-visive in relazione a quelle impellenti sollecitazioni che provenendo dall’esterno della società vanno a colpire la reazione espressiva, l’organizzazione espositiva e la stessa fruizione dell’arte; in quest’ultimo decennio l’offerta formativa generale e l’organizzazione articolata della didattica dell’arte, anche all’interno degli ampi confini delle tecniche e dei sistemi linguistici ed interpretativi, è enormemente crescita fino a coprire nelle più precise specificazioni la condizione e concezione di ‘contemporaneità’, sia nelle forme di auto verifica interna allo stesso sistema dell’arte, ma anche all’esterno verso lo stato di divaricazione della società e delle sue componenti. All’interno di questo territorio didattico in cui il concetto vivo e incidente di ‘esperienza’ trova centralità, si colloca l’organizzazione di un progetto di comunicazione dedicato alla cultura economica e più specificatamente alla finanza, alle sue valenze e presenza nella società; d’altra parte il complesso tema dell’economia dell’arte, nel patrimonio storico-artistico e nella stagione moderna con mirate e specifiche questioni di derivazione analitica e scientifica, è di fatto presente e tangibile all’interno dei corsi di laboratorio, dai costi di produzione e di distribuzione nel mercato dell’arte contemporanea, e teorico-critici, dal concetto estetico e della sensibilità nel collezionismo alle questioni etiche interne allo stesso fare arte.
2. Questioni di economia reale e presenza del denaro sono nella storia dell’arte scanditi dal racconto biblico per poi articolarsi all’interno ed a sostegno della riflessione iconografico-religiosa, caratterizzandosi in forme di testimonianza di ‘peccato’ e di ‘redenzione’, di ‘colpa’ e di ‘santità’; ancora il denaro e le professioni legate all’economia ed alla prima stagione della finanza, emblematizzata attraverso il passaggio istituzionale dall’usuraio alla figura delle prime banche private, si distribuiscono lungo un percorso collaterale nella storia del ritratto e delle professioni. Il tema dello ‘scambio’ e dell’arricchimento’ appare sottoposto, lungo la storia dell’arte, ad un sistema di giudizio morale, ad un’osservazione attenta sul piano del costume e della storia di una società in evoluzione, in cui sempre di più politica, economia e cultura interagiscono in forme specifiche. La stessa storia del collezionismo e del mercato delle opere d’arte, il valore di rappresentatività e di funzione di una politica di successo, i dati di rarità, preziosità si collegano progressivamente a forme d’investimento e di arricchimento, alla definizione di un plus valore. Un percorso dettagliato e spesso insistito con regole e dettami molto precisi che trova significativa rappresentatività di se nella storia dell’economia dell’arte ed in specifico dalla stesura dei contratti tra il committente, religioso o laico, e l’artista; contratti in cui i costi erano strettamente collegati alle dimensioni e materiali, supporti e tecniche, colori di natura e composizione tanto diversa, tempi di redazione di consegna, trasporti e collocazione: “ riferendomi alla prima stagione del mio percorso universitario non posso non ricordare le serate trascorse sulla decifrazione dei contratti redatti su pergamena di un immenso patrimonio di opere d’arte del primo Rinascimento, racchiusi in enormi e ordinati faldoni nello studiolo di Ugo Procacci, lo straordinario Sovrintendente dell’alluvione del ’66, lungo lo scalone degli Uffizi a Firenze.” .
3. La stagione moderna e contemporanea dell’arte si pone in stretta relazione di continuità con questo storia e nel suo sviluppo; di fatto i processi analitici ed i sistemi di decifrazione del sistema sociale e delle relazioni interpersonali che sono alla base anche dell’esperienza culturale ed artistica, sono riscontrabili nel rapporto arte-economia, opera-finanza, iconografia-denaro, dimensione e istallazione, produzione e consumo dell’arte. Persiste lungo questa linea di analisi, testimonianza e giudizio il dialettico rapporto tra ‘peccato’, ‘colpa’,‘condanna’ ed esperienza umana, tra povertà e sensibilità estetica, diversità ed bellezza, nel binomio arte-denaro, cultura ed economia.
Senza dover e voler ripercorre le infinite tappe e gli eventi espressivi che nella contemporaneità hanno caratterizzato lo sviluppo del nostro tema, trovo interessante andare a sottolineare la presenza di un dato sensibile ma riservato, che pur presente nel processo storico-iconografico, si afferma in tutta la sua incidenza all’interno degli elaborati espressivi e nell’unità espositiva di questo progetto coordinato da Franco Marrocco. Dallo scorrere delle opere, nella discussione e nell’approfondimento tra forme di relazione al tema ma anche di fronte a forzature ed errori, inadeguatezze e pertinenza, ed ancora dalla lettura delle testimonianze scritte dei giovani artisti affiora e si afferma il dato umano dell’ansia, della preoccupazione, del timore per incompetenza specifica a quelle regole che seppur conosciute dimostrano di sfuggire al controllo, di liberare forme di crisi imprevedibili e incontrollabili; le opere nel loro insieme, anche nelle forme di più sensibile ironia, rarefazione dell’immagine per ricerca di emotività, ricordo della quotidianità, scrittura per simboli ed immagini, indicano un passaggio dallo stato di ‘denuncia’ politica e di critica a quello dell’incertezza, della preoccupazione di fronte alla speranza di sviluppo e di maturità. Potremmo mettere in evidenza come la figura professionale dell’artista nello stato devastante di ‘crisi’ globale della società occidentale, accanto allo stato di crisi ambientale e delle società povere del terzo mondo, sia vissuto come preoccupazione mirata, come condizione di rischio di soppressione della creatività; dove creatività e cultura dell’arte sono realtà vissute con il timore di perdere quegli storici rapporti intercorsi con la cultura economica della società che ne hanno permesso lo sviluppo e l’affermazione.
Si dovrà ri-partire anche da questo evento, sia espressivo che espositivo, ma anche editoriale, per tentare di riportare al centro delle relazioni tra arte ed economia lo sviluppo e la crescita dei consumi culturali ed in specifico modo del collezionismo privato; la storia del patrimonio artistico non può non passare oggi dalla diffusione e dall’allargamento del collezionismo, non può dipendere dall’esclusiva strategia dei grandi Musei e delle Case d’Aste, ma vedere crescere la distribuzione e la penetrazione dell’opera nel tessuto sociale allargato; in questo quadro e per specificità con il tema, si attende il maggior sviluppo e la crescita in Italia dei Fondi d’investimento sull’arte assai più diffusi in Europa, quale significativa tappe di quella storia del mercato dell’arte a cui la nostra società è collegata.