Contemplazione. Tra il piacere del cioccolato ed il gusto alla fragola 2011
Contemplazione. Tra il piacere del cioccolato ed il gusto alla fragola.
di Andrea B. Del Guercio.
1. Il rapporto tra arte e cibo ha prodotto un ampio patrimonio iconografico tra i più vasti e significativi all’interno dell’intera storia dell’arte occidentale; pittura e scultura hanno documentato la questione alimentare, la variazione dei materiali commestibili e delle soluzioni di preparazione, sulla base ora di normali funzioni vitali, ora per approfondimento nella quotidianità dell’esperienza religiosa, si pensi alle numerose ‘cene’ dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci, ad Emmaus a quella Pasquale in cui Cristo appare costantemente centrale e determinante nell’esperienza umana . Le forme di racconto dell’arte dedicate al cibo ed al rapporto con esso dell’uomo e degli stessi animali appare un significativo fenomeno espressivo ed un sistema culturale consolidato; dalle cucine alle tavole imbandite, dai banchi dei mercati alle grandi presentazioni su vassoi, ed ancora lo spirito di rinuncia di fronte al ‘pasto spirituale ’ di un eremita alla semplice ‘canestrina’ caravaggesca, sono temi ed immagini insistite nel percorso della storia.
Quando mi è stato proposto di tentare una relazione tra l’esperienza dell’arte con quello specifico ambito dell’alimentazione che è la produzione e il consumo del gelato, ho trovato notevole difficoltà a rintracciare apparati iconografici di riferimento; solo all’interno della cultura Pop, sia plastico –pittorica che grafica, è riconoscibile la presenza simbolica del cono e del gelato, interpretata nella duplice valenza, ora ironica per contaminazione di quel colore-materia che si scioglie, ora erotica tra forma e gesto di piacere. A questi due dati immediati di riferimento non meno significativo sul piano della comunicazione ‘popolare’ è apparsa l’ampia documentazione di promozione pubblicitaria, il sistema grafico di comunicazione contrassegnato da semplicità ed ingenuità, gioco e freschezza. Valori diversi, culturali e di costume, del sistema delle immagini e dell’esperienza sensoriale del piacere che sono riapparsi nella produzione dell’arte di questo progetto.
2. Il primo dato sollevato dai giovani artisti dell’Accademia di Brera chiamati a riflettere ed a lavorare per ‘progetti e schizzi ’ sul tema del gelato è apparso subito racchiuso nella frase di molti “ Vorrei provare a dipingere direttamente con il gelato, direttamente con i colori che la frutta tradotta in materia fredda mi offre”. Questa immediatezza nella reazione avveniva non su base ‘colta’ ma su un rapporto di relazione specifica tra il dipingere come istintiva forma di comunicazione ed il colore come fondamentale vocabolario del linguaggio delle immagini. Il giovane artista ha estratto come primo dato la centralità del colore, la sua natura simbolica, le sue relazioni iconografico-sensoriali. Se l’esperienza del linguaggio, l’auto determinazione delle sue regole e dei suoi valori, è determinante per la cultura moderna e contemporanea dell’arte, non deve essere sfuggito, come secondo passaggio analitico, la relazione ‘grammaticale’ tra il sistema delle vaschette d’acciaio regolate su due file parallele, con le scatole di colore, dalle matite ai tubetti ad olio, e per una conoscenza più tecnica soprattutto con specifici astucci metallici neri da acquerello. I due sistemi appaiono, pur nella variazione di dimensioni, infatti del tutto simili nelle intenzioni astratto-analitiche cosi come la stessa percezione del singolo colore abbinato ora al gusto, ora al soggetto, ora all’emozione.
3. Questo primo passaggio di discussione è andato a segnalare un secondo dato interessante che pone in stretta relazione le questioni della pittura con le variabili policrome del gelato. Il tema dell’acqua, collegata al colore, ha posto in alcuni un nuovo e specifico ponte tra pittura e gelato; in particolar modo si è osservato come la tecnica dell’affresco e quella dell’acquerello, ma anche nella grafica, cioè con una pittura caratterizzata da un rapporto di ‘trasparenza’ e di liquidità avesse immediate relazioni con la natura del gelato e del suo processo di scioglimento. Il muro fresco come la carta riceve di fatto un colore allo stato particolarmente liquido se confrontato con la fisicità della pittura al olio e quindi alla sua consistenza e inalterabilità; colore e supporto si compenetrano nel processo di asciugatura e quindi si consolidano nella fisicità di un muro policromo, di fatto consolidato per alcuni millimetri nella sua stessa composizione, pronto a sfidare con atto stabile le variabili del tempo. Parallelamente sappiamo che la pittura portata su un muso asciutto o su un foglio lucido non riuscirebbe infatti a penetrare in profondità, restando appuntata sull’immediato primo spessore; nel caso di una pittura su muro asciutto essa andrebbe a ‘cadere’ in tempi rapidi e con scarse possibilità di conservazione. Immaginare di dipingere il gelato con il gelato di fatto segnala l’attivazione di un processo similare sulla base dei tempi di scioglimento della acqua in base al calore, cioè per innalzamento della temperatura e per conseguente passaggio dallo stato solido a quello liquido; un percorso ed un cambiamento di stato a cui fa seguito la successiva e definitiva asciugatura, cioè un dipingere che si realizza con un passaggio da uno stadio all’altro per concludersi con le conseguenze di una condizione ultima stabile sul supporto prescelto, sulla carta o sul muro fresco.
4. Sulla base di queste riflessioni l’esperienza artistica ha messo in evidenza e suggerito il confronto tra uno stato di grammatica del colore ed un caleidoscopio dei gusti; se al singolo colore corrisponde infatti un dato estratto dalla realtà naturale, l’atto espressivo costruisce, un gioco meta-linguistico di relazioni, un sistema tra il dato linguistico, la grammatica astratta del colore e l’esperienza del gusto. La natura caleidoscopica del gusto del gelato e del colore della pittura mi ha portato ad predisporre il coinvolgimento mirato degli artisti una serie di sezioni tematiche con chiaro riferimento a diverse esperienze sia sensoriali che culturali, naturalistiche e botaniche:
5. Il progetto iniziato tra grandi dubbi si è ‘sciolto’ sul piano sia di metodo che di elaborazione andando a produrre venticinque opere nel formato 50×50 ed ha condotto a costituire la Collezione d’Arte Contemporanea Le Botteghe di Leonardo; il principio della collezione rafforza e concentra il valore del progetto, individua e suggerisce un sistema che si rinnova sistematicamente attraverso nuovi contributi espressivi, continuando a restare sullo stesso soggetto ed area tematica. Anche in questo caso, come per altri progetti finalizzati su una funzione d’uso, un prodotto di consumo, si è trattato di riattivare un sistema artistico-culturale a percorso, proprio del concetto stesso di collezione, fondante nelle quadrerie i settori della ritrattistica e della natura morta, del paesaggio e della scena di genere; ma anche per poter ipotizzare un nuovo patrimonio di idee per immagini. In quest’ottica si colloca il progetto AccademaContemporanea teso a riattivare un sistema di relazione tra le diverse forme di cultura dell’arte ed un nuovo collezionismo, tra la creatività dei giovani e l’attenzione del lettore d’immagini.