PROPOSTE DI UNA NUOVA CREATIVITÀ 1982
PROPOSTE DI UNA NUOVA CREATIVITÀ 1982
La presenza di un programma espositivo, che si svolge in una sede turistica di prestigio internazionale e di grande tradizione culturale quale è Forte dei Marmi, di una mostra rivolta all’attività creativa delle nuove generazioni, mi sembra un fatto di grande significato civile ed un atto di coraggio in quanto si differenzia rispetto all’ attività espositiva nazionale caratterizzata ed impostata, nelle sue numerosissime occasioni da impegno esclusivo per autori consolidati e che assicurano anticipatamente successo di presenze e di recensioni.
Nel paesaggio espositivo della regione Toscana scarse infatti, e mancando da alcuni anni anche i tradizionali premi, che pure avevano fatto la storia dell’arte contemporanea italiana, sono le occasioni dedicate ai giovani sui quali sono più pesanti i risvolti della grave crisi economica, da cui dipende la scomparsa o comunque la drastica disponibilità degli spazi privati.
In una stagione ancora di “mostrismo” , di cui denunciamo i mistificanti pericoli, dovrebbe quindi essere compito degli enti pubblici preposti ed in particolar modo della Regione, operare un maggiore controllo ed una verifica delle diverse programmazioni espositive. L’esclusiva predilezione per le mostre certezza non possono essere valutate come le uniche componenti di un reale e completo programma di informazione artistico visivo; sono quindi quasi esclusivamente i piccoli centri a muoversi sull’informazione e promozione dell’attività giovanile.
Nei programmi della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Forte dei Marmi, accanto alle mostre storiche “Ardengo Soffici mostra antologica”, e d’avanguardia “Iginio Balderi sculture 1960/1984” trova ampio spazio una selezione di giovani artisti italiani e stranieri attivi in Toscana e caratterizzati da autonome e diverse scelte formali e tematiche; durante la stagione estiva si svolge infatti la presentazione di oltre 60 operatori, che così a Forte dei Marmi trovano soprattutto nei giorni dell’allestimento vivace occasione di incontro e di dibattito; per due mesi ogni espositore incontra il giudizio del pubblico e degli addetti ai lavori e quindi riceve indicazioni e suggerimenti per intime verifiche e nuove idee; gli espositori provengono soprattutto dalle Accademie di Belle Arti di Firenze e Carrara frequentatissime anche dagli stranieri, ma anche provenienti da aree geografiche toscane in parte isolate e quindi ognuno con alle spalle esperienze culturali e tecnico-espressive assai diverse.
Il pubblico che ormai frequenta numeroso la manifestazione troverà soprattutto quest’anno oltre all’informazione sulle tendenze dell’arte contemporanea, anche lo spazio segreto ed intimo per intuire nuove proposte per il prossimo futuro.
Il metodo definito quest’anno dalla commissione artistica ha operato rispetto alle passate edizioni una maggiore e più drastica selezione con lo scopo di offrire più ampio spazio espositivo agli artisti ritenuti più interessanti sotto il profilo di un più autonomo apporto. Se nel 1983 si era ritenuto, alla luce anche di una partecipazione improvvisamente numerosa, utile proporre un’informazione allargata e promuovere e stimolare la crescente creatività, quest’anno si è scelta la strada di evidenziare e premiare le più spiccate qualità individuali, e quindi proporre una mostra impostata su piccole “personali”.
Così accanto a numerose e qualificate presenze inedite si sono messi in evidenza e confermati alcuni autori, mentre altri sono stati invitati ad approfondire con maggior responsabilità le proprie intuizioni.
Una scelta metodologica di maggiore selettività corrisponde d’altra parte ad una condizione generale di riflessione sui risultati della creatività contemporanea e relativamente alle ormai ultime conseguenze di una stagione che riscopriva improvvisamente e impreparata la pittura e tutti gli strumenti tradizionali della comunicazione visiva.
Un rinnovamento e una sicura novità che è stata sicuramente stimolante per quelle nuove generazioni che apparivano sulla scena degli ultimi anni settanta e dei primi anni ottanta e che per questi motivi non potevano che presentarsi per una produzione violentemente e vitalisticamente espressa.
Ora dopo alcuni anni di agitata creatività, di trasgressione che rivalutava il fenomeno culturale collettivo e di costume, si è osservata in alcuni autori e quindi si é teso a suggerire agli altri una metodologia di ricerca più attenta e impegnata sul piano della grammatica espressiva e su tutte le componenti della creatività.
In questa direzione nuova si sono infatti posti alcuni giovani ottenendo risultati di una chiara autonomia, ed è quanto la mostra e questa edizione tenta di documentare.
Nel complesso ricco delle presenze alla VII Edizione della Mostra delle Giovani Presenze Artistiche in Toscana mi permetto quindi per la prima volta di indicare brevemente il lavoro di alcuni autori, che senza togliere nulla agli altri, apportano suggestioni ed indicazioni di particolare interesse in un rapporto di continuità e di novità.
Ed è il caso di osservare la presenza inedita di Piero Iacovino con elaborazioni fotografiche su manipolazioni progettualmente condotte, le tele ricche di umori bockliniani e di realismo-magico di Piero Bargellini e di Gianni Stefanon, mentre in una persistente area informale opera Roberto Martini mentre con autonome soluzioni astratto-costruttive Silvano Cei, Cristina Antonini, Stefano Turrini, Walter Puppo e Paolo Breschi, Jorge Romeo, Carlo Guaita e Massimo Pellegrinetti; una conferma sicura la presenza di Maurizio Fanelli con le rivisitazioni ed attraversamento di una coscienza culturale antica e mediterranea nel cui comune clima si ricollega ironico e trasgressivo Marco Maffei; ulteriormente più sicuro il linguaggio espressionistico ma psico-elettronicamente caratterizzato di Adolfo Milazzo ed ancora la figurazione liricamente segreta di Carlo Pizzichini, l’ironia minimale delle terrecotte di Antonio Catelani, mentre nuova per la Manifestazione la carica espressiva di Sandra Stocchi, il racconto emblematizzato del quotidiano di Rosa Kiupel, ed un’emozionalità epidermica in espansione di Marco Cardini, l’attivo impegno su i temi dell’arredo urbano da parte di Luciano Massari; ed ancora una verifica positiva il lavoro sperimentale di Gianni Cascone e Françoise Rod.