Fabio Valenti produce Fuelpump 2012
Fabio Valenti produce Fuelpump.
di Andrea B. Del Guercio
Da alcuni anni seguo il percorso espressivo di Fabio Valenti che oggi si raccoglie e si racchiude in un significativo momento di verifica, sia espositiva che editoriale; sin dall’inizio ho trovato interessante la ricerca di un’unità di sistema che comprendesse la questione tematica, la centralità caratterizzante del colore ed i processi di redazione, dal disegno alle grandi tele.
Attraverso momenti di diretta verifica in studio, ma anche interagendo con lo sviluppo creativo colto all’interno di eventi espositivi e lungo il normale confronto culturale, ho potuto notare e comprendere come i tre fattori, soggetto – colore – linguaggio, siano presenti ed indispensabilmente uniti nell’opera e lungo l’intero ciclo pittorico; l’esperienza mi suggerisce l’idea che Valenti abbia colto il risultato del lavoro dopo aver dato ascoltato e confrontato, verificato e fatto interagire i tre distinti momenti con la propria esperienza personale, quella culturale con quella umana ed artistica.
Non si è trattato di un procedere in cui tradizionalmente il dato tematico, dove nel caso specifico è la trasformazione robotica della natura umana e della vita nella sua quotidianità, condiziona i processi espressivi e le scelte linguistiche, ma una forma di interazione ottimale tra dati del tutto autonomi e diversi. Fattori esperienziali propri ed intimi, personalissimi, a tratti anche legati ad esperienze diverse, predilezioni interiori, forme di pensiero e stati d’animo. Una molteplicità di forme e di valori che a noi non è dato conoscere nella sua complessità, ma che si sono incontrate esplicitandosi in un nuovo sistema di comunicazione estetica.
“Soggetto – Colore – Linguaggio” producono interagendo e quindi si racchiudono inscindibilmente nell’opera e all’interno di quello che appare oggi un ampio ciclo pittorico; nella definizione della figura umana ‘trasformata’ si inserisce, con pari dignità e specificità di contributo, la disposizione per superfici e per volumi del colore e l’organizzazione grafico-analitica della grammatica visiva; d’altra parte l’estensione dell’arancio, la sottolineatura dettagliata del giallo, il grumo di verde esplicitano se stessi, i propri valori di accensione luminosa e di vitalità in relazione con l’organizzazione progettuale del linguaggio grafico e pittorico, per poi ricollocarsi all’interno di una nuova realtà sociale; il linguaggio dell’arte a sua volta riafferma la sua autonomia espressiva interna e da essa la ricchezza di valori nella sua stessa libertà metodologica esplicitandosi attraverso i processi di comunicazione del colore ed i sistemi organizzativi del comportamento umano. “Soggetto – Colore – Linguaggio” se per un verso corrispondono esemplarmente a precisi ed autonomi interessi del Valenti, a loro volta ed in maniera precisa apportano contributi espressivi diversi che gli sono propri e che si esaltano nel reciproco confronto; forse non è un caso che l’artista abbia abbandonato la propria individualità nominale per raccogliere i frammenti diversi della propria esperienza, umana ed espressiva, nella definizione di quella che appare la sua ‘sigla’ simbolica “FUELPUMP”.
Soggetto. L’anatomia umana, sia maschile che femminile, e l’habitat familiare, a tratti urbano e naturale, sono il terreno che Valenti definisce e su cui opera; corpi e sistemi di comportamento, funzioni d’uso e strumenti ad esse collegati, forme di piacere indirette ma accentuate dalla fisicità simbolica del colore, accensioni e sottolineature, sono il raccolto sistema espressivo su cui vertono le diverse pagine di pittura. La fisicità anatomica ha acquisito un peso plastico ed una centralità luminosa attraverso la presenza determinante di un colore intenso ed esteso che si articola tra tutti i diversi piani, tra quelli minori di un volto fino alla definizione dello spazio ambientale. Con questi dati lo stato di nudità, a tratti anche la componente di erotismo e di centralità fisica, risulta caratterizzata dalla contaminazione esasperata e simbolica propria di un sistema meccanico indotto e introdotto; alcune funzioni vitali primarie si vanno a definire attraverso elementi propri della produzione industriale per poi allargarsi verso la ridistribuzione nello spazio naturale, in un clima di spaesamento, di de-contestualizzazione. Corpi e macchine, frammenti e meccanismi creano un paesaggio nuovo nel quale la fruizione fluttua, la lettura si inoltra attraverso una sorta di condivisione senza conflitti né denuncie; se la violenza è insita nella natura stessa, una nuova natura ne acquisisce dati e forme uniformandosi attraverso la presenza determinante del colore.
Colore. Appare una realtà forte e avvolgente, caratterizzante e vitale; il colore appare forma di energia che anima una realtà trasformata e ricondotta allo stato delle origini, alla unicità dell’evento ed allo stato di esistenza. Il colore non è simbolo che descrive ma energia che si esprime, che si carica di se, che trova al suo stesso interno i valori che gli sono propri. Il colore si presenta in forma di vitalità del proprio corpo-materia per offrire a quello umano una nuova energia. La centralità del colore predisposta da Valenti raccoglie e si inserisce in un percorso che ci segnala relazioni di continuità sia nel patrimonio storico dell’arte, con particolare attenzione al manierismo nelle forme di ambiguità ed alla stagione barocca quando rafforza il suo peso simbolico; ma il colore di Valenti come realtà autonoma e significativa è anche legato alla stagione moderna ed in particolare si pone tra il ‘Cristo giallo’ di Gauguin e le sottolineature ambientali proprie del fauvismo di Matisse, per poi collegarsi nella contemporaneità ai risultati segnaletici della mirata esperienza pop inglese.
Linguaggio. Appare interessante seguire l’intero iter creativo, dal disegno-progetto all’opera, tra il bozzetto di studio di un volto e l’ampio spazio d’interno abitato dalla figura e dalla coppia. Valenti opera all’interno di una ricerca di un sistema linguistico, definisce una grammatica tra forma e colore, tra la complessità ed il particolare. Il processo di comunicazione della pittura, ha una sua centralità significante, disgiunta e indipendente, auto-significante rispetto a compiti esterni ed a ruoli imposti. Il linguaggio è una realtà autonoma che esprime se stessa, la sua volontà astratta e concettuale, per inserirsi con valore di apporto autonomo alla definizione dell’opera ed alla sua lettura e fruizione. L’ampio ciclo espressivo di Fabio Valenti, rigorosamente condotto all’interno di un’area tematico-cromatica uniforme e coordinata, appare così anche frutto di un processo linguistico specifico, costruito su radici consolidate nella storia, di originale qualità intellettuale e di tesa intensità estetica.