Beppe Sabatino – Immersione nel blu 2014

Beppe Sabatino. Immersione nel blu. 

2014

Attraverso diversi eventi espositivi ed il volume che accompagna questa mostra, si è correttamente osservato come l’area tematica a cui è dedicata e si rivolge, con valore di denuncia ambientale, la ‘costruzione’ iconografica dell’opera di Beppe Sabatino, sia riportata allo stato di inquinamento delle acque, all’avvelenamento diffuso e grave dei fiumi e dei mari;  la vastità marina, familiare sin dalle origini ed allargabile alla condizione globale acquatica, amata dall’artista ma vissuta con volontà di ‘dare l’allarme’, vede configurarsi attraverso l’atto estremo della fuga, dell’abbandono quale forma di suicidio, dei suoi stessi abitanti. 

Ai ’pesci in fuga’ dalle acque, non per corrispondenza con un primordiale processo evoluzionistico della specie, ma per disperata condizione di abbandono di ciò che è ormai tossico, Beppe Sabatino porge l’atto pietoso, “dar da bere agli assetati”, rappresentato della fontana. Al percorso dei ’pesci in fuga’ dalle acque, si potrà osservare in questa nuova sede espositiva, un processo parallelo di condivisione attraverso l’atto umano dell’immersione.

L’istallazione predisposta da Beppe Sabatino, prendendo primaria origine dalla funzione cosmogonica dell’acqua, suggerisce infatti una fruizione diretta, un attraversamento per immersione psico-fisica nella liquidità del blu tra i menhir del movimento plastico di un mare pescoso; fluttuano e zampillano un gran numero di pesci appartenenti ad una categoria variegata di forme e di colori, il cui movimento tende a spiazzare la nostra percezione tra i tre distinti livelli e la consistenza dell’acqua, della terra e del cielo.

Beppe Sabatino, da tempo affezionato alla incidenza storico-concettuale del blu, alla policromia del rame e del bronzo, alla solidità del legno e della pietra, ma anche al calore della lana, reinveste e ricolloca tali valori all’interno di un sistema unitario che si allarga verso l’estensione dello spazio. L’osservazione interagisce all’interno di un ‘paesaggio’ animato, fatto di passaggi singoli e coralità di voci; lo sguardo si sofferma sulla valenza estetica del singolo manufatto in grado di determinare la struttura organizzata della fontana  – il pilastro, il soggetto e l’acqua- per poi allargarsi, memore dei giochi d’acqua presenti nel patrimonio storico giardini, verso un sistema plurale di forme ironiche e di suoni allegri, tra la spensieratezza del gorgogliare ed il valore salvifico del bagno . 

Ma è l’avvolgente presenza del blu-acqua, simbolo prezioso di funzioni purificatorie,  quale parete e volume totale di un grande acquario, di un mare caraibico, a condurre emozionalmente la nostra percezione verso l’immersione nella liquidità e nella sonorità; Sabatino in questo senso divarica sul piano dell’istallazione ambientale la frammentazione espressiva, articola e moltiplica l’ambiente acquatico, metafora della distinzione concettuale tra purità e impurità, predispone e distribuisce tante singole ‘fontane’, cosi che ha circondarci è il branco eterogeneo dei pesci di Beppe Sabatino.