FO.GA.RA – Dal Faro dell’Arte

di Andrea B. Del Guercio
Lugano, Five Gallery, 2017
Alle spalle dei tre autori ci sono circa dieci anni di lavoro iniziato insieme a Milano nell’ambito della attività dell’Accademia di Brera; si è trattato di un percorso contrassegnato dalla volontà di raggiungere quel sistema linguistico indipendente e personale intuito nelle prime fasi ed oggi ben definito. Sin dalle prime stagioni, avevo avuto la percezione, sostenuta dall’esperienza critica, che si trattava di giovani artisti che avevano già maturato un’idea espressiva, pronti a definire un proprio vocabolario e una grammatica formale, con una predilezione già acquisita per alcune aree tematiche, soluzioni tecniche e supporti privilegiati. Quello che era già molto evidente, perché facente parte della natura creativa, ha avuto uno sviluppo contrassegnato da tappe professionali che in questi anni più recenti si sono meglio definite. Questa premessa, verificabile sul piano del percorso espositivo, ha per chi scrive il valore di quella attestazione che conduce all’affermazione di un ‘fare dell’arte’.
Nel presente ho potuto verificare quanto Ilaria Forlini, Riccardo Garolla e Carlo Alberto Rastelli, si siano positivamente inseriti nel sistema dell’arte contemporanea grazie all’impegno di promozione e comunicazione assunto da Five Gallery a Lugano; la sede espositiva svizzera ha verificato quanto le doti espressive di ogni singolo autore, fossero in grado di essere percepite da un collezionismo attento e distribuito a livello europeo. Se l’attività interna alla Galleria ha offerto un sistematico lavoro di conoscenza, di progressiva attenzione ai passaggi estetici che ogni opera introduce progressivamente nella fruizione,
la partecipazione alle grandi Fiere tedesche ha permesso di incontrare un pubblico ampio e positivamente intercettarne l’attenzione e l’interesse. Se l’esperienza artistica si fonda su una volontà culturale e su uno stato costante di ricerca e di approfondimento critico, il confronto con l’attività espositiva allargata diventa un passaggio sostanziale di crescita,
forse rappresenta una fase indispensabile per la stessa maturità. In quest’ottica si pone la scelta condotta da chi scrive, di suggerire e di sostenere la realizzazione di Collezioni d’Arte Contemporanea costruite sulle nuove generazioni dell’arte; in questi anni di fatto le opere di Forlini con la scultura, di Garolla con il disegno e di Rastelli con la pittura, sono andate a realizzare il nucleo centrale di nuove e inedite Raccolte d’Arte. Se la svolta finanziaria e speculativa ha significativamente caratterizzato l’ultimo decennio del sistema, parallelamente si è attivato un collezionismo indipendente dai meccanismi di investimento,dai suoi vantaggi e dall’alto numero di rischi. Sappiamo dalla storia che un’opera, seppure interessante e importante, rimane una realtà isolata, mentre una Collezione suggerisce un sistema complesso, segnala una cultura e una sensibilità, pone le basi di quella coralità che narra il presente, primo nucleo e principio del Museo.
In quest’ottica si pone l’esposizione voluta da Tommaso De Maria a Vitulano ed ho pienamente condiviso l’idea di presentare tre voci distinte dalla cui relazione trarre un’idea caleidoscopica della cultura artistica contemporanea; significativo in questo progetto la presenza di collegare al lavoro di ogni artista tre giovani critici con contributi, a loro volta diversi e indipendenti nel sistema di comunicazione e di osservazione: Beatrice Carducci, Federica Maria Giallombardo e Ivana Mazzei.
La dimensione articolata del progetto, che questa edizione documenta perfettamente, sottolinea ulteriormente l’importanza e il valore della ricchezza del patrimonio espressivo e suggerisce un’attenzione previdente da parte del collezionismo, in linea con la lunga storia che i De Maria, padre e figlio hanno sostenuto e condotto in un territorio straordinario, per cultura e competenze creative.
In allegato trovate il catalogo della mostra.

