Giuseppe Spagnulo – materiali della scultura italiana 60-90

di Andrea B. Del Guercio

Ho già suggerito introduttivamente relazioni dell’at­tività di Pino Spagnulo con i “processi di produzio­ne” in grado di qualificare, con le proprie caratteristi­che, l’incisività formale ed emozionale di ogni opera. Si possono a lungo discutere ed approfondire le diver­se personalità della scultura contemporanea nelle loro relazioni con i materiali di supporto, ma nel caso spe­cifico di Spagnulo trovo stimolante muovere verso l’o­rigine creativamente produttiva impressa nella sensi­bilità dell’autore dai processi, dalle fasi di produzione e manipolazione delle materie quali la terracotta, il ferro e la ghisa. Per processi di produzione, e in relazione ai materiali si riconosce la bottega artigianale e l’indu­stria pesante, tra mansioni di base, meccanismi e for­me primarie. La cultura materiale di Spagnulo, auten­ticamente tipica di un uomo mediterraneo, responsa­bilmente antico ‑ la terracotta ‑ e moderno ‑ il ferro ‑ si é quindi qualificata non per una stagione formal­mente minimale, tipica di altre aree geografico‑culturali, ma per una volontà di osservazione e di compenetra­zione profonda, testimone, attraverso i risultati del va­lore civile del lavoro. In ogni manufatto dai primi fer­ri spezzati; dal “Cubo e testa” dei primi anni 60 al “Cu­bo e piastra” al “Cerchio” degli anni 90, riconoscia­mo l’attenzione ad una redazione fatta per tagli, per piegature, per pressioni che crescono sul piano dell’in­cidenza tecnologica; una crescita qualificata tecnolo­gicamente che si pone in corrispondenza con la cre­scita dei volumi e dei pezzi, ma che si fonda sempre sullo stesso territorio espressivo, sul medesimo progetto culturale. Se si osserva la grande “Torre” in cotto co­struita per porzioni diverse, per giunture a pianta lar­ga, severa ed antica non si può non distogliere il pen­siero, così come per altre figure redatte nella stessa ma­teria, dalla corrispondenza evidente con i processi ar­tigianali tradizionali; spostando la nostra attenzione sul­l’altra materia, il ferro, emblema costruttivo del no­stro secolo, non sfuggirà un clima comune raccolto nel titolo «Archeologia» del 1990.
Le grandi opere, la carica emozionale e di parteci­pazione, la presenza di umori civili, sono il risultato controllato da Spagnulo di procedimenti tanto diversi da cui in ultimo consegue un processo logico serrato, supportato dalla cultura industriale. Si può ritenere, senza sprofondare in facili retoriche ma per partecipa­re responsabilmente nel sociale, che l’intera attività, in un crescendo racchiuso negli ultimi grandi lavori, grumi di materia spezzata, tagliata, compressa, maciul­lata, é racchiuso il senso costruttivo dell’attività uma­na lungo l’arco intero della sua storia e nell’attualità.