Christian Cassar
di Andrea B.Del Guercio
L’intervento plastico predispoto da Christian Cassar ai tre piani del Palazzo Comunale di Bolzano ha dovuto obbligatoriamente prender avvio ed istaurare un rapporto di relazioni formali e di contenuto con la configurazione spaziale del sito; il valore semi-avvolgente della struttura architettonica, la predisposizione ad una sacralizzazione di quanto in essa collocato, la cognizione di una percezione frontale preziosa, sono fattori significativi che hanno contato nella fase di suggestione estetica dell’artista e di progettazione plastica delle opere.
Questi diversi fattori e valori che si pongono alla base di quest’ultima esperienza, rappresentano una sostanziale novità per Cassar, per il quale il dato spaziale, la natura specifica e le funzioni di un sito, hanno rappresentato fino ad oggi una realtà fondamentalmente distinta e nettamente separata rispetto alla natura ed alle caratterizzazioni, ai valori intrinseci del manufatto plastico; in particolar modo sappiamo che per Cassar il sito di collocazione non si è mai presentato come un fattore incidente sull’atto di concezione espressiva dell’opera.
Le grandi sculture elaborate da Cassar in questo decennio, dalle forme chiuse Dolmen dell’86 e Windhaus dell’88, ai sistemi aperti in Equilibrio del ‘90, all’azione di sistemi meccanici Zeitzirkel del ‘92/94, sono il risultato di un processo espressivo estremamente vitale ma sempre determinato dalla ricerca di una realtà plastica fortemente auto-definita, che tende sempre ad essere caratterizzata da valori espressivi che lavorano sulla natura tecnico-materica e sui dati ed i valori diversi del soggetto tematico; solo in presenza di questi fattori l’azione, costantemente cercata e rigorosamente studiata, di confronto con la realtà spaziale, architettonica ed urbana, diventa un’esperienza estetico-culturale significativa.
Tre STAZIONI per i ‘Percorsi nel Contemporaneo’ Bolzano 1999.
Si colloca tra la rampa di scale e la nicchia posta al primo piano del Palazzo, Practica geometrae; delle tre essa risulta l’opera in cui più chiaro, grazie al sistema di frantumazione e riduzione dei volumi, è il senso di un’attenzione narrativa strettamente riferita allo sviluppo architettonico-spaziale; il sistema plastico predisposto da Cassar risponde ad una necessità di leggerezza e divaricazione, di movimento e di distanza in chiara corrispondenza con l’azione obbligata, la funzione-fruizione specifica dello spazio, dello scorrere, dell’andare oltre; forse solo il pendolo, pur con leggerezza ma in posizione centrale, suggerisce una riflessione sui valori espressi dall’immobilità del tempo.
La struttura leggera, ma rigorosamente strutturata e proiettata in elevazione, della Turm- Mobil, torna a sottolineare l’attenzione esistenziale e poetica di Cassar al confronto costante tra l’architettura e la scultura, tra il volume e la struttura,; questi temi e tante segrete emozioni sono affrontati da Cassar, ancora con la leggerezza formale e quell’enigmaticità metafisica che avvolge le grandi questioni del pensiero e della sensibilità, con l’istallazione di Kraiser ; anche in questo caso si tratta della produzione di un manufatto in bilico tra la natura di oggetto e di scultura , testimone non dichiarato di funzioni diverse, attore segreto e muto tra il movimento e la staticità….. mentre scorre, percorso obbligato fra le tre STAZIONI, inesorabile moto dell’esistenza.