Alessandra Bonoli
di Andrea B. Del Guercio
La presenza della terracotta lungo l’intero percorso creativo di Alessandra Bonoli segnala una volontà di indagine caratterizzata da umori archeologici, mentre specifiche soluzioni formali precisano il significato tutto contemporaneo insito nell’uso di quella locuzione colta. I confini della “scienza dell’antichità” risultano ampiamente allargati per includere la ricerca di una condizione persistente, intuibile ma inaccessibile.
Un segreto antico poeto all’interno della scultura, ma irraggiungibile inacceasibile, avvertibile ma ben protetto da une solida struttura; un segreto che è vitalità e palpitazione contro la solidità della superficie esterna. Nella prima stagione creativa una’apessa c^oeta di terracotta, i severa e lineare, costruito: modularmente, rinchiuse le vitalità delicate di quell’imperscrutabile segreto all’interno di condutture poste in piano, tra rari punti d’uscita, mentre maturava nel buio della grafite.
Lentamente, seguendo la crescita di quella vitalità segreta, la rigida arruffare è sembrata dischiuderai e lesionarsi così che una materia informe viene proiettandosi su B’eater no accentuando nel lettore uno stato di enigmatica inquietudine. In queste ultime opere la vitalità interna alla materia scultorea, cosciente del suo spessore, sicura del suo essere, appare pienamente espressa e largamente mostrata da una struttura ormai completamente aperta. Per Alessandra Bonoli il tema delle ricerca visiva era il raggiungimento dell’animazione interna alla materia, per cui (effettiva scultura appare quell’anima delicata affiorante dal buio.
Scultura è la struttura interna come calco di un principio passivo, segnala la sua vitalità negandosi, mentre una struttura esterna (avvolge calda e palpitante.
La scelta per la terracotta appare felice ed in perfetto rapporto con le esigenze espressive dell’artista. La componente materica, con la sua ricchezza di valori epidermici, con la preservata segnalazione di quel calore che la generò come elemento strutturale t dalla Bonoli esaltata con grande attenzione compositiva. Una redazione preservata da facili gratificazioni, insite in una materia sicuramente affascinante, che cresce di incisività negli ultimi impegnativi lavori. L’apertura rispetto alle prima monoliticitii non comporta (abbandono di una grammatica compositiva rigidamente strutturale; aumenta infatti il peso di una attenzione analitica alle diverse componenti formali ed alla loro collegiale coordinazione. Risultano in gran parte ridotti i più immediati valori epidermici della terracotta mentre cresce lo alato di ricerca degli elementi strutturali, sulla loro composizione interna, e quindi ancora più finemente sul segreto in essi rinchiuso. Una crescente presenza dell’intervento cromatico, un nero profondo e materico privo di valore pittorico è un ulteriore dato inteso ad accentuare i risultati.