Bettina Bosch. Indagine sul pianeta
di Andrea B. Del Guercio
2017
L’incontro in studio con Bettina Bosch è stato immediatamente contrassegnato dalla presenza della carta quale privilegiato strumento del suo lavoro e fonte d’ispirazione per un’attività espressiva di ricerca; l’idea che sta alla base di una cosi forte presenza si qualifica attraverso la ‘dimensione cartacea’, con la volontà di mettere in evidenza i valori e la consistenza, le forme di una gestione del supporto e la sostanza tangibile, la dimensione plastica e quella installativa. Questa scelta libera il ‘foglio’ dal ruolo antico della trascrizione del pensiero visivo, per assumere una centralità indipendente, determinata dalla dimensione e dallo spessore.
Nello spazio dello studio si impone sulla percezione la dimensione monumentale di un grande monolite contrassegnato dalla successione di fogli predisposti sull’asse circolare della costola di un libro; lo sviluppo verticale di “Horizon” consegna un’imponenza ad un’opera predisposta con valore di documento topografico, di indagine sulla struttura paesaggistica di un territorio. La successione compositiva dei grandi fogli-cartoni, abbandonando la posizione orizzontale del terreno di cui sono testimoni, si dispongono sulla verticalità offrendosi ad una lettura rotante. Il processo di osservazione e di rielaborazione espressiva condotta da Bettina Bosch si caratterizza attraverso lo spostamento nella dimensione spaziale, individua un luogo traducendolo in sistema linguistico e si offre ad una percezione inedita, con nuovi valori esperienziali. Il territorio dell’Hochschwarzwald, con la sua conformazione contrassegnata da cinquantanove direttive, subisce una riconversione sul piano della comunicazione senza perdita di significato.
Al processo di analisi e riconfigurazione dell’ambiente, con ribaltamento della posizione spaziale originaria, risponde anche “Haushan” la cui dimensione spettacolare sarà fruibile nel percorso espositivo del San Gaetano.
La dimensione concettuale del lavoro di Bettina Bosch, pur non perdendo la natura plastica, affronta lo spazio attraverso l’installazione, si spettacolarizza per suggerire una fruizione inedita ancora memore di un territorio lontano, riletto e consegnato, sotto diversa forma, alla fruizione.
La stratificazione territoriale che la successione dei grandi fogli disegna non permette il normale controllo da parte della fruizione, ma introduce la dimensione psicologica attraverso una ricaduta dall’alto verso il basso. Il risultato del processo installativo fondato sulla dimensione simbolica della carta, sull’ordinato e caldo percorso cromatico di un territorio, appare molto forte sul piano della percezione, svelando una diversa prospettiva alle nostre abitudini.
Sempre al centro della creatività di Bettina Bosch si pone la carta che in una più recente percorso espressivo raggiunge e si esalta attraverso la vitalità del colore; la stratificazione di più fogli attivano una nuova mappatura territoriale, andando a costituire un nuovo e ampio Ciclo di opere animate dall’intensità e dal contrasto, dal dialogo e dal conflitto cromatico, riconsegnando al pianeta la dimensione vitale e interamente l’energia in essa racchiusa.