Luciano Gatti e la realtà‑paesaggio che rivela se stessa

luciano-gatti

di Andrea B. Del Guercio

Edizione Galleria il Castello, Milano, 1999

Di fronte alla vasta opera grafica di Luciano Gatti, prodotta con rigorosa continuità stilistica e attenta innovazione tematica, e inoltrandomi all’interno di un racconto di immagini, di segni e di colori che oggi vengono intelligentemente raccolti in una mostra ed in un volume quale prima e positiva reazione, la sensazione di un ritorno verso quegli anni ’70 ancora caratterizzati da una vivace ed intensa attenzione espressiva all’incisione ed alla lito­grafia da parte di artisti collocati nelle più diverse e distanti aree linguistiche.
Il ricordo e la riflessione critica di una stagione che appare, di fronte alle caratteristiche di impoverimento del presente, lontana anni luce, assumeva con precisione il riferimento alla vita inten­sa delle stamperie d’arte e ad un tessuto vivace di scambi ‘e movimenti di fogli e cartelle fresche di stampa, di libri d’artista a bassa tiratura; ancora significativa è la memoria di quello straor­dinario caleidoscopio internazionale rappresentato dalla Biennale della Grafica di Palazzo Strozzi a Firenze.
Alla rarità dell’evento, espositivo ed editoriale, introdotto da Gatti nel panorama di questo ultimo decennio, corrisponde un evidente valore di interesse in merito al personale percorso di ricerca ed ai risultati espressivi raggiunti; in particolar modo ritengo che sia utile rivolgere la nostra attenzione alla storia nar­rata dall’artista e raccolta, con i suoi infiniti passaggi e succedersi dei fogli, all’interno del sistema estetico nella fitta rete dei segni e tra le morsure.
Lo sviluppo delle diverse aree tematiche e degli stili ci segnala con chiarezza che l’attività grafica ha assunto lungo questi anni per Gatti una notevole importanza nella definizione del proprio mondo narrativo; il singolo risultato, sia per squarci sulla carica di un erotismo sofferto ed esasperato degli anni ’70, sia per le raccolte e racchiuse tensioni dedicate anche con un ampio ciclo pittorico al `maiale’, ed ancora ad un fitto sistema di rac­conto, tessuto foglio per foglio, lungo tutti gli anni ’90, assume particolare valore se ricollocato all’interno, anche dialettico, di questo viaggio visivo.
Dall’osservazione attenta delle prime opere, seppure avvolte dalle delicatezze pastello dei fondini, risulta subito manifesta una concitazione ed un accumulo segnico che rimane caratteriz­zante di ogni successivo passaggio; sin dalla prima fase grafica e seppure destinata a rafforzare la centralità ed a maturare l’e­spressività del soggetto, la sensibilità di Gatti si determina attra­verso una partecipazione grafica intensa, che preannuncia accentuazioni ed una distribuzione più ampia verso l’occupazio­ne dell’intero spazio visivo.
Seguendo la maturazione del segno, il suo netto irrobustimento formale, a cui contribuisce l’esperienza xilografica, ed il suo svi­luppo spaziale attraverso momenti di locazione ed accumulo fino all’occupazione totale del foglio, si comprenderà che di questa volontà e vitalità Gatti intenda farne un uso ed un utilizzo in costante relazione con emozioni interiori, con frammenti di liricità ed attimi di ironia, con il desiderio di rivelare un’altra realtà, forse strumento per quell’Ingresso al giardino segreto dell’89.
Per Luciano Gatti la forza dell’incisione e della morsura, l’insi­stenza in alcuni punti fino a raggiungere il valore forte della can­cellazione ed il movimento linguistico verso l’intera ampiezza del foglio, appaiono costantemente trattenuti e mai esasperati perché possa affermarsi sempre l’atmosfera di una visione che ha i caratteri ma soprattutto le sfumature indipendenti del rac­conto letterario; ancora per le opere più recenti, quelle edite tra il ’96 e il ’98, abbiamo la suggestiva conferma di un’azione espressiva che presenta caratteri linguistici di grande e determi­nata intensità ma che evolve sotto il controllo di una volontà estetica che cerca la ricchezza del patrimonio emozionale rac­chiuso nell’immagine; il Giardino nascosto ed il Bosco dopo la tempesta testimoniano esemplarmente la natura letteraria dell’o­pera visiva di Gatti e quindi ci mostrano una realtà paesaggio che rivela se stessa, che ci apre alle sue emozioni come una Apparizione.