Abraham Sidney Ofei Nkansah – La casa con l’albero
di Andrea B. Del Guercio
Lugano, Five Gallery
Tra i ‘documenti di viaggio’ di Abraham Sidney Ofei Nkansah.
Raramente mi è capitato di incontrare un patrimonio espressivo frutto di una concentrazione narrativa condotta con tale insistita attenzione, frammento dopo frammento, foglio dopo foglio, da porsi in stretta relazione tra l’esperienza antica della miniatura medievale e l’impellente bisogno comunicativo-compulsivo della stagione contemporanea; le dimensioni ridotte del documento cartaceo, contrassegnate da variabili che non superano mai lo spazio di una lettura filologica, specifica del volume miniato su pergamena e da questo al patrimonio rinascimentale fiammingo.
Ogni opera è affrontata da Abraham Sidney Ofei Nkansah non senza sofferenza ed un patrimonio problematico personale, fino a restringere l’immagine e la narrazione in uno stato di concentrazione assoluta. Di fronte ad una prima selezione di piccole opere, tra appunti e soluzioni definite nei minimi particolari, osservavo la riuscita di una mente visionaria in grado di stupire attraverso la qualità di una comunicazione portata sul supporto per sommatoria ed accumulo di segni; la fitta tramatura policroma condotta da Abraham rivelava sin dal primo nostro incontro la presenza di un artista impegnato in un trasferimento di quelle ‘immagini del pensiero’ che non rispondevano ad altra realtà se non ed esclusivamente ad un processo di accumulo percettivo in diretta relazione con la sensibilità estetica. In questo anno ai primi fogli si è progressivamente aggiunta una produzione costantemente rifornita di nuove ‘visioni’, di immagini testimoni di un ideale viaggio lungo le direttive tra nord e sud del pianeta, tra diversi continenti e geografie iconograficamente riconoscibili ora dall’architettura, ora dalla presenza nella natura. La lettura incontra la concentrazione serrata del paesaggio freddo e bianco delle Alpi, quello caldo e sensuale dell’equatore, le severità dell’abete e l’estensione della palma, l’inquietudine notturna nella metropoli e tutta l’energia delle ore più calde.
Il paesaggio si pone al centro dell’intera operazione di trascrizione visiva, frutto di una relazione tra l’immagine reale e quella filtrata dal pensiero; la percezione delle geografie ambientali, l’attenzione privilegiata al mondo naturale, senza escludere la configurazione urbana e architettonica, rimane un dato consolidato di fondo e si afferma in maniera evidente, andando a crescere e a svilupparsi attraverso i filtri cromatici di una ‘interpretazione sicuramente partecipata. Ogni opera è simile a pagine di musica dove le note si inseguono, si ripetono rinnovando le sonorità, fornendo le emozioni tra bagliori improvvisi e ombrosi ambiti; in esse ogni segno policromo, tramatura fitta che esclude i vuoti, e micro-macchie, vanno dilatandosi racchiudendo la composizione del ‘documento di viaggio ‘ . Scorrono le immagini di un attraversamento geografico, frammenti una sosta del pensiero visivo, in grado di creare un racconto sfaccettato e meraviglioso “Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
In allegato trovate il catalogo della mostra.