Gianfranco Notargiacmo e Bernd Zimmer

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Bernd Zimmer

di Andrea B. Del Guercio

Firenze, gennaio 1985

Mi sono occupato del lavoro di Gianfranco Notargiacomo e Bernd Zimmer per la prima volta nell’83 quando riunii a San Gimignano sotto un tema post-moderno e specificamente ‘neo-medievale’ quale « Incontrò il grande capro, rosso antico e bianco… » trenta ar­tisti provenienti, con diverse esperienze e scelte di linguaggio, dalle numerose aree linguistiche eu­ropee. Scopo della mostra era quello di promuo­vere il superamento di strategie critico-espositive chiuse al libero confluire delle esperienze creative e quindi tentare, in un panorama geograficamente e culturalmente ampio, l’area progettuale, la pop e la nuova pittura, in una attività di con­fronto e quindi di produttiva riflessione.
L’articolazione del paesaggio creativo contempo­raneo, il suo fitto lavoro di interscambio, era alla base di quella iniziativa dalla cui positiva verifica sono nate ulteriori iniziative sia a carattere teo­rico, che organizzativo-espositivo.
Ora ritengo che anche questa mostra ed il ciclo a cui appartiene apportino un valido contributo ad una nuova e sempre più diffusamente aperta ot­tica per l’Arte Con­temporanea; per cui alla gentile richiesta di adesione e contributo critico ritengo di poter rispondere leopardianamente con un mo­to di penetrazione ed inabissamento nel bagno della confluenza infinita, conflittuale e contradditto­ria, delle esperienze che amo definire deposito cul­turale e d’arte.
La presenza di Zimmer e Notargiacomo ha più precisamente il compito di introdurre ,due diversi contributi che acquistano particolare significato e valore per una autonoma e originale colloca­zione conseguita nei confronti delle rispettive aree, quella tedesca e quella italiana, di provenienza creativa ed in particolar modo di fronte ad una riduttiva lettura del paesaggio generale tra tran­savanguardismo e citazionismo.
Zimmer è come pochi altri espressione intelligen­te della profonda volontà trasgressiva, esistenzial­mente straziata dalle tensioni concettuali degli an­ni ’70, insita nella nuova pittura tedesca; Notargiacomo rappresenta sicuramente la soluzione au­tonoma, quella della lucidità intellettuale, ma anche di una fine autoironia dell’acquisizione d’espe­rienza neo-espressiva, rispetto alle standardizza­zioni estetiche più diffuse e dipendenti dal ‘gu­sto medio’. Zimmer si trova impegnato nella ri­cerca e nella trascrizione di uno stato accelerato di emotività, originariamente fondato, per cui il colore, nelle sue combinazioni contrastate, è fonte diretta di racconto; Notargiacomo ha per ogget­to di indagine, una tensione psicologica ed un’e­motività infine ricollocata in spazi pittorici ana­liticamente ritagliati e ridotti, sul piano delle so­luzioni cromatiche, all’argento ed al nero.
L’incontro tra Zimmer e Notargiacomo è quindi quello di un dialogo serrato tra due lucide vo­lontà creative, che si pongono tra le più stimo­lanti dell’attuale paesaggio artistico europeo.

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Gianfranco Notargiacomo