Tra gli Spazi e i Silenzi di Arturo Puliti
di Andrea B. Del Guercio
Firenze, ottobre 1980
Affrontando con un testo critico il lavoro di Arturo Puliti mi sembra importante ripercorrere, seppure brevemente, il percorso ormai trentennale di questo artista e rilevare i risultati di novità ed autonomía condotti a termine nel quadro storico del dibattito culturale. Scoperte di passati cicli e sollevazione di problematiche che interamente si sono espresse in una Antologica dedicatagli dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Forte dei Marmi nei mesi estivi. «Se infatti si osservano – scrivevo nel saggio introduttivo a quella Manifestazione – le opere collocate tra il ’55 ed il ’60, così cariche di materia fino a che l’immagine si decomponga dando vita ad una unità del tutto nuova, non si potrà non parlare di una loro appartenenza alla migliore stagione informale… Sagome scure volteggiano enigmatiche prendendo lo spessore di una emozíone decisa e inquietante, la pittura si carica di forza vitale e di partecipazione emotiva »… « Il successívo ciclo dedicato alla rilettura di Kafka ci mostra con lo spostamento linguistico verso una crescente precisione e sinteticità, la continua rapportazione di Pulití al dibattito artistico più avanzato, il tempo, gli anni tra il 1960 e 1965, della ricerca di un linguaggio pittorico monocromo, giocato soprattutto su i grigi opachi e fuligginosi… una “metamorfosi”, parafrasando il più famoso testo di Kafka, di espressione verso un’astrazione intellettualistica e psicologica, verso un raccontare disteso solo in apparenza, solo tracciato e con delicatezza assoluta… elaborazione di una grammatica segnica e cromatica essenzializzata …tracce grigie e segni di un mutazione interiore ricordavo Novelli con lavori di quegli anni un sofferto ricercare lo spazio nella stesura del colore, mosso da impercettibili ombre » . …« Nascono nel 1970 il ciclo dell’Eros letto con passione da Piero Santi, nel 1974 il ciclo dedicato agli “Spazi fiorentini” studiato da Raffaele De Grada ed ancora il ciclo per le poesie di Mario Luzi nel 1976 ». In ognuno di questi ultimi cicli si riconosce un approccio capzioso e filologico utile a comprendere l’orchestrazione generale dei soggetti, scavarne i sottintesi reconditi, le abbreviazioni ed i significati enigmatici. Ma poi su tutto ed alla base di ogni opera di Arturo Puliti riconosciamo i termini di una poesia quotidiana, percorsa dalla luce delle Apuane e del Mare, avvolta dai silenzi profondi degli inverni versiliesi, mentre negli interni isolati si compiono « unioni mentali ». Ancora alle sgrammaticature pittoriche ed agli ardori civili del Víani della Darsena di Viareggio, rispondono dalle tenere spiagge dei Forte, i silenzi; da questa geometrica lucidità del segno, dalla scalatura leggera ma intensa e spesso acida dei rosa e dei viola, sorgono ad un occhio attento e sensibile le problematiche eterne dell’uomo ed impercettibilmente tutti i fatti che ne compongono l’esistenza.